La Dimora Cosmica

Ogni uomo fin dalle origini, fin dal momento in cui gli “Elohim” gli destinarono un “Io”, possiede il “proprio posto”, la “propria dimora particolare” nell’universo.

Dimora universaleForse questo modo di esprimere il concetto potrà sembrare avveniristico, ma in realtà è qualcosa di molto concreto e diciamo, anche abituale, nel senso che l’uomo in quel “luogo particolare”, vi si reca continuamente, ogni notte durante il sonno profondo; e sicuramente al culmine della vita cosmica post-mortem, culmine noto come “mezzanotte cosmica”.

In quanto entità spirituale egli ne è profondamente cosciente, sebbene una volta entrato nella vita fisica della Terra (incarnazione), non se ne ricordi più. Questo fatto, è comunque potenzialmente sperimentabile nel corso della meditazione, nella parte più intensa di essa, che chiameremo del silenzio, di attesa e di pace. E’ per così dire, “una stazione raggiungibile”, benché difficilmente attuabile a tutta prima, forse per scarsa conoscenza del processo meditativo nel suo complesso.

Per un discepolo che persegua il sentiero spirituale, tutto ciò rappresenta, comunque, un fatto scontato, anche perchè, già durante la meditazione, nel momento in cui il corpo astrale esce dal fisico, espandendosi nell’universo eterico, tale “dimora cosmica” viene  o dovrebbe essere raggiunta. Solo che spesso non si è coscienti di questo fatto o la coscienza non è ancora in grado di riconoscere tale dimora come tale.

A questo proposito, “Rudolf Steiner” descrive il corpo astrale – a tutta prima – come “vuoto”: è vuoto e va colmato con il “suono peculiare dell’IO SONO”, della “Parola Cosmica” che risuona dall’intero universo. Nel muto-sonoro colloquio dell’IO “Spirito risonante” con la propria immagine, tale vuoto comincia a colmarsi. Si sperimenta allora e si vive il “proprio posto nell’universo” in modo naturale e concreto.

Il fatto di uscire dal corpo e di espandersi nel cosmo oltre la cerchia zodiacale in direzione della “propria stella”, è già una conquista della propria dimora universale. Nel suo libro “Iniziazione”, “Rudolf Steiner”, accenna a questa condizione del “viandante” in cerca della propria “patria spirituale”, definita come “capanna da edificare”.

Ora faremo un esempio concreto: come ci si spiega il fatto che un astrofisico come “Stephen Hawking”, descriva astrattamente e teoricamente il big-bang, un buco nero, la formazione di una stella ecc., come se egli potesse vedere tutto ciò? come potrebbe farlo se egli non si ponesse inconsapevolmente nella “sua dimora cosmica”? la quale, beninteso, a livello conscio gli viene oscurata dalla rete di supposizioni e teorie intellettuali astratte, e dai vari dogmi scientifici che la sorreggono.

Ancora: come potrebbe un fisico quantistico come “Massimo Corbucci”, parlare dell’atomo “vuoto” come “dimora di Dio”, ma soprattutto indicarlo come una “cruna d’ago” che gli consente di sgusciare fuori dal mondo fisico, fino agli spazi dell’universo spirituale – che egli tuttavia non riconosce – se quello stesso “atomo vuoto” non fosse la “sua medesima dimora cosmica” inconsapevole.

E’ quindi molto importante conseguire – qui ed ora -perlomeno la consapevolezza che la “propria dimora universale” esiste, e che questo costituisca un fatto concreto ed accessibile all’esperienza quotidiana di ogni uomo.

Tratto da “La dimora cosmica” di Claudio Gregorat

Fonte: http://www.rudolfsteiner.it/articolo/197/la-dimora-cosmica

http://www.fisicaquantistica.it

La Dimora Cosmicaultima modifica: 2013-12-10T15:09:38+01:00da subbuteo63
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