Desideri indotti

Noi tutti, viviamo oggi una condizione che ci imbriglia ad un volgare conformismo, oltre al quale non riusciamo ad andare.

OmologazioneE chiamiamo questo conformismo “buon senso”, “saper vivere” e persino lealtà alla patria, o addirittura fede. Così siamo giunti al punto che manifestare un desiderio di conoscere, di pensare, oppure dichiarare di avere un punto di vista diverso da quanto le varie autorità ci propongono, significa candidarsi al sospetto o giudizio altrui e trovarsi emarginati.

L’attuale sistema ha come presupposto che qualcuno pensi e giudichi per tutti. Ed allora, l’ordine, che nessuno verbalizza tanto palesemente, ma che scivola indisturbato nelle pieghe di ogni coscienza è: “Non pensate, gente, ricordatevi di non pensare… perché pensare stanca. E’ inutile, c’è già chi pensa per tutti voi e vi protegge dal vostro stesso pensiero…”.Così viviamo tempi di conformismo coatto.

Se vogliamo essere tranquilli, siamo invitati a metterci tutti in divisa, ad essere senza volto. Scriveva “Karl Jaspers”: “E’ possibile spiegare tutto, senza nulla comprendere”. Ed è proprio quanto ci sta accadendo. Crediamo di sapere tutto ma non capiamo niente. Da ciò ne discende uno stile di vita che rifugge, quasi per istinto, dalla complessità dei problemi.

Le società occidentali hanno fatto della libertà la loro bandiera. Nessun valore è stato tanto esaltato, in questi ultimi trecento anni, e niente appare oggi (almeno in Occidente), tanto indiscutibile. E’ stato in nome della libertà che si sono sviluppate le grandi rivoluzioni della storia moderna. Ed è sempre appellandosi ad essa che ci si è battuti, nel secolo scorso, contro la potenza soffocante dei totalitarismi.

Ma cosa significa, realmente, essere liberi? L’esperienza insegna che è più facile battersi “idealmente” per la libertà, che non individuarne l’effettivo significato. Si comprende allora che dal concetto di libertà che si adotta, dipende anche il tipo di liberazione per cui ci si deve battere. Se consideriamo libertà, quella condizione nella quale non si è costretti da niente e da nessuno a fare o non fare qualcosa, poniamo l’accento esclusivamente sugli ostacoli esteriori, che limitano l’azione del soggetto e ne mortificano l’autonomia. A questa idea si sono ispirate e si ispirano molte battaglie per la liberazione da condizionamenti politici, economici, sociali e culturali.

E certo il poter fare senza ostacoli ciò che si desidera, costituisce la condizione necessaria della libertà. Ma è sufficiente? In realtà, c’è da chiedersi, se una persona realizzi veramente la propria piena libertà semplicemente quando può fare ciò che desidera. A farcene dubitare, potrebbe essere il fatto che di una libertà così intesa si può parlare anche a proposito degli animali. Un cane, ad esempio, è “libero” se non è attaccato al guinzaglio. E’ possibile, allora, porre una questione più a monte, e chiedersi se una persona sia anche veramente libera di “desiderare ciò che desidera”.

In una società come la nostra, dominata dai meccanismi della pubblicità, questo dubbio si impone con particolare evidenza: è veramente libero chi, subendo un bombardamento quotidiano di messaggi più o meno subliminali, si trova a desiderare un prodotto, di cui magari non ha alcun reale bisogno, anche a costo di sacrificare altre cose, ragionevolmente assai più utili?

Un esempio eclatante di tale fenomeno, è il clamore suscitato dall’uscita di nuovi modelli di telefoni cellulari di ultima generazione, che spesso rispetto ai precedenti hanno veramente poche novità. Eppure, il martellamento mediatico genera in numerose persone, il desiderio di acquistarne uno, ad un prezzo spesso estremamente elevato e senza nessuna reale utilità rispetto ad un telefono cellulare “normale”. La domanda in generale è: sono realmente io a desiderare, o c’è qualcun altro che mi spinge a desiderare?

La questione alla base di tutto ciò, è che il desiderio come tale, è facilmente influenzabile dall’esterno. Esiste, tuttavia, un livello in cui la libertà umana si manifesta nella sua peculiarità, ed è quello della volontà. Qui non si tratta più di poter fare, ma di poter “scegliere” ciò che si vuole fare. Per questo, però, è essenziale il pensiero.

Condizionamento mentaleSenza il pensiero, la libertà si appiattisce sul livello dei “riflessi condizionati”. Accennavamo prima ai meccanismi della pubblicità, alle mode e all’omologazione che ne consegue in tutti i settori, da quello dell’abbigliamento a quello, ben più delicato, delle opinioni etiche, politiche o religiose. Oggi è molto difficile sfuggire a questa forma di condizionamento mentale e di dominio invisibile. Ed esso è tanto più pericoloso, in quanto censura non le risposte, ma le stesse domande.

Moltissime persone, oggi, vivono alle prese con problemi che sono stati messi in “agenda” per loro da altri. Ebbene, ciò è caratteristico dei totalitarismi che, a differenza degli antichi regimi assolutistici, mirano non a soffocare le opposizioni, ma a conquistare il cuore e la mente delle persone, plasmandole per così dire “dall’interno”, piuttosto che costringendole dall’esterno.

E’ chiaro che se si adotta il concetto dominante di libertà, le nostre società apparentemente sembrano essere libere, senza nessun limite esteriore, ma in realtà sono minacciate da una forma di oppressione totalitaria, che può essere individuata e denunziata solo se si adotta un concetto più ampio di libertà, che naturalmente non esclude il primo, ma lo collega al problema della “scelta consapevole” e non soltanto al comportamento esteriore.

A questo punto, il problema del pensiero si rivela drammaticamente attuale. Se su di esso si gioca il valore della libertà, nel suo significato più pieno, vale la pena chiedersi, perché oggi, esso sia così debole di fronte alle sfide della vita personale e sociale, e come sia possibile restituirgli la sua vera forza. Forse si potrebbe incominciare dallo spegnere la televisione, che ancora oggi rappresenta uno degli strumenti più efficaci di condizionamento e omologazione del pensiero!

Fonte: Portalemisteri

Rivisto da Fisicaquantistica.it

Desideri indottiultima modifica: 2013-12-12T12:46:12+01:00da subbuteo63
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