IPNOSI E I SUOI STATI

IPNOSI E I SUOI STATI

Ho cominciato ad interessarmi di questo argomento quando ho scoperto che persone nel campo della medicina, quindi medici e scienziati, parlavano di strani casi che si ripetevano su diversi pazienti quando venivano sottoposti ad ipnosi terapeutiche.

Sappiamo che il nostro cervello è di una potenza strabiliante, nonostante siamo in grado di utilizzarne (così dicono) una piccolissima percentuale, è stato constatato che il nostro cervello è in grado di memorizzare praticamente la nostra vita. Questa cosa è già incredibile di per sé, perché non ricordando praticamente nulla (se paragonato all’intera esperienza vissuta) siamo convinti di avere sostanzialmente poca memoria. Ma in realtà non è del tutto esatto.

Vediamo prima di tutto com’è suddivisa la nostra memoria.

La memoria sensoriale registra gli stimoli captati dagli organi di senso (vista, udito, gusto, olfatto e tatto) per un periodo di tempo molto breve, da pochi millesimi di secondo a un secondo. È la prima registrazione, la prima fase d’ingresso dell’informazione, quella che precede la memoria a breve termine. È molto sensibile alle interferenze e rientra nel processo di percezione. Dopo aver ricevuto uno stimolo, l’organo di senso coinvolto lo registra. Questa informazione sensoriale (di breve durata) si cancella se non risulta interessante, altrimenti passa ad altri sistemi di memoria. Possiamo dire che la memoria sensoriale è la memoria automatica del cervello in cui l’informazione raccolta dai sensi viene trattenuta per qualche istante.

La memoria a breve termine (MBT), anche nota come memoria immediata o primaria, si utilizza per ricordare un’informazione per un periodo di tempo molto breve. Il suo compito è permettere la ripetizione immediata di un’informazione – per esempio un numero di telefono detto a voce –, oppure analizzare questa informazione per poi immagazzinarla nella memoria a lungo termine. La MBT ha una capacità di registrazione debole: se non c’è volontà o sforzo di immagazzinamento, l’informazione depositata andrà perduta. È una memoria pratica, una memoria di rievocazione immediata, che ha una capacità limitata – al massimo sette, otto elementi – e un tempo di immagazzinamento altrettanto limitato – al massimo due, tre minuti – dopodiché una nuova informazione prende il posto di quella vecchia.

La memoria di lavoro ci fornisce le informazioni necessarie per comprendere e risolvere i problemi quotidiani. Questo tipo di memoria ci consente di analizzare i dati che riceviamo e allo stesso tempo utilizzare i ricordi che già possediamo. È una memoria pratica, ma diversa da quella precedente, che usiamo sempre quando siamo svegli per conversare, fare calcoli a mente e così via. La memoria di lavoro è un concetto recente che nasce dalla miglior comprensione della memoria a breve termine. Oltre a immagazzinare informazioni per un breve periodo di tempo, la memoria di lavoro è capace di processare dati già immagazzinati. Per esempio, la memoria di lavoro non solo ci consente di ricordare un numero di telefono, ma ci permette anche di ripeterlo al contrario.

La memoria a lungo termine (MLT) è quella che ci permette di conservare le informazioni per lunghi periodi di tempo. Questa memoria è considerata quasi permanente, ma tutto dipende dal consolidamento del ricordo. Se l’informazione è oggetto di un atto intenzionale autentico viene conservata, altrimenti va perduta. Le informazioni ritenute rilevanti e degne di essere riutilizzate in futuro vengono trasferite dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, che è il magazzino delle cose ben apprese e che apparentemente non ha limiti di capacità.

La memoria esplicita o dichiarativa. Questo tipo di memoria conserva le informazioni provenienti dalla coscienza o dalla riflessione che si possono descrivere o rievocare con il linguaggio. È la memoria degli apprendimenti, dei fatti e dell’informazione che si può manifestare, dichiarare. È la raccolta cosciente di dati che si possono esprimere in modo «esplicito» a parole, e che quindi non comprende i visi, le forme, i colori… È una memoria in grado di immagazzinare informazione nuova a partire da un unico incontro con lo stimolo, ed è modificabile e flessibile perché è molto sensibile alle interferenze. La memoria esplicita è codificata da una struttura denominata ippocampo (cavalluccio marino, per via della sua forma). In seguito l’informazione viene immagazzinata in diverse zone della corteccia cerebrale.

La memoria implicita. Anche noto come memoria procedurale, questo tipo di memoria non si basa su un richiamo cosciente dell’informazione, ma si esprime attraverso l’esecuzione e opera nel campo dell’apprendimento automatico. Permette di registrare abilità pratiche e destrezze motorie, come allacciare un bottone, andare in bicicletta, usare le forbici e così via. Tutte quelle azioni che non si dimenticano mai e che sapremo fare per tutta la vita. Questa memoria immagazzina i gesti riflessi che richiedono un apprendimento graduale e crescente, che migliora con la pratica e si esprime attraverso l’esecuzione.

Ora che ci siamo fatti un’idea su come funziona la nostra memoria, ebbene sapere che tramite ipnosi la nostra mente si trasforma in un libro aperto. Quindi siamo in grado di ricordare avvenimenti che pensavamo di aver dimenticato/cancellato. Adesso, è già straordinario il fatto di riuscire a ricordare un qualsiasi avvenimento della nostra vita attuale. Significa che “teoricamente” se abbiamo letto un libro (per esempio) di cui pensiamo di non aver capito quasi nulla per varie ragioni: pesante, complesso, noioso, ecc.. ponendo le domande giuste potremmo riuscire a ricordare gran parte di queste informazioni registrate nel nostro grande archivio (cervello).

Ma come se non fosse già abbastanza, tramite l’ipnosi regressiva si è scoperto che scavando nei ricordi del paziente con l’intento di trovare la fonte del problema, questi addirittura regredivano a vite precedenti.

Indicando ad esempio, che il problema dell’idrofobia (paura dell’acqua) di cui soffriva il paziente in questa vita, era connesso ad un’altra vita dove affogò in un naufragio. La cosa allucinante erano i dettagli che saltavano fuori da questa gente.

Questo fenomeno si registrò in migliaia di pazienti ed ecco perché oggi si è sempre più convinti dell’esistenza della reincarnazione. Le esperienze di premorte sono un’altra testimonianza importante, come lo sono anche i vari fenomeni paranormali, ma non ne parleremo.

Tuttavia ammetto che non è per nulla facile comprendere come sia possibile ricordare un’eventuale vita precedente. Ci dev’essere qualcos’altro non può essere solo il nostro cervello ad immagazzinare i nostri ricordi. Non è possibile! Vorrebbe dire che se questa teoria è giusta (della reincarnazione) ogni volta che lasciamo il nostro corpo per poi occuparne un altro, portiamo con noi il nostro amato cervello.

Si capisce che non può accadere, deve essere qualcosa di non materiale, di non fisico. Forse è la nostra coscienza? Ma la coscienza ha un cervello? Poi, come facciamo a definire la coscienza? Non si può, perché è un qualcosa di astratto. Siamo forse noi la coscienza? Quindi sarà un’entità? E allora cos’è lo spirito? E l’anima?

E’ palese che ci sfugge qualcosa. Alcuni preferiscono asserire che si tratta dell’Archivio Akashico, un super computer universale che detto in parole nostre, possiede un hard disk di una grandezza infinita, o indefinita. Questo conterrebbe tutte le memorie e le esperienze di ogni essere vivente, disincarnato, galassia, sistema solare, pianeta, ecc. In effetti da qualche anno è stato scoperto che nell’universo “tutto è collegato” da una sorta di ragnatela, o griglia.

E’ incredibile come questa cosa dell’energia ci sfugga, non è alla nostra portata. Una rete complessa collega tutte le galassie, stelle, pianeti, ecc. Un’energia che ad occhio nudo è invisibile eppure c’è, è lì, un’energia che si è preferito chiamare “Oscura”.

Ad ogni modo siamo solo degli umani e ci è dato sapere probabilmente solo il necessario. Comunque è evidente che portiamo con noi una sorta di memoria che contiene tutte le nostre esperienze, quindi esistenze fisiche (sempre sé, la reincarnazione è una realtà).

L’ipnosi e i suoi stati

L’ipnosi è uno strumento potente e interessante. Sono quasi convinto che tutti i giorni veniamo come ipnotizzati dall’ambiente che ci circonda. Anche se mi reputo una persona abbastanza forte mentalmente non posso essere convinto che le mie barriere invisibili mi proteggano anche dai messaggi subliminali (l’informazione che il cervello assimila a livello inconscio). Di fatto il nostro cervello funziona in maniera automatica, non ci chiede mica il permesso. Lui immagazzina ed elabora i dati in silenzio, solo se ce ne rendiamo conto allora ci fornisce un’informazione. Questa cosa sarà oggetto di studi da chissà quanti anni, se non secoli, ed è per questo che la massa viene manipolata così facilmente e ci troviamo nella situazione attuale. Ma non voglio andare fuori tema, quindi eviterò di approfondire questo mio pensiero.

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Ad ogni modo, l’ipnosi terapeutica (anche se a volte qualcuno la usa per gioco) si può riconoscere, secondo alcuni esperti analizzando i suoi stati. Non parlo di ipnosi regressiva, ma dei vari stati ipnotici a cui si può portare un paziente.

Quindi, secondo gli esperti anche se non è possibile stabilire con una linea netta di demarcazione i diversi stati ipnotici per i quali può passare un soggetto, i principali fenomeni che si riscontrano generalmente in ognuno; sono: la catalessi, la letargia ed il sonnambulismo.

Mi permetto di esprimere il mio pensiero riguardo l’ipnosi regressiva (che mi affascina comunque, se fatta bene). Nella maggior parte dei casi è leggera, la persona non fa alcuno sforzo per parlare ma viene piuttosto spinta ad utilizzare l’intuizione ed è molto simile ad uno stato di meditazione leggera dove quest’ultima si fa una domanda (mentale) e riceve una risposta. In effetti alcuni (forse tutti) sensitivi dichiarano che per mettersi in contatto con il nostro spirito guida, angeli (dipende dalla propria fede religiosa), il nostro IO, o la nostra famosa coscienza, “deve porsi una domanda mentale e attendere pazientemente l’eventuale risposta”. Quindi, se i sensitivi avessero ragione non è poi così complicato riuscire a parlare con i nostri spiriti guida, ovviamente ci vuole un po’ di allenamento ed è necessaria una certa concentrazione, però non è impossibile.

E’ tutt’altra cosa la catalessi, la letargia ed il sonnambulismo.

Ad esempio, le caratteristiche generali che presenta lo stato di catalessi, sonò un’anestesia cutanea completa ed una straordinaria adattabilità sia fisica che mentale alla volontà di chi opera. In questo stato si può fare assumere una qualunque posa al soggetto entrato in istato catalettico, esso la manterrà per quanto anormale ed incomoda, durante un tempo indefinito e senza dare alcun sintomo di stanchezza. Ad una persona in queste condizioni gli si può ordinare di irrigidire i muscoli facendogli credere di essere una statua, inoltre tramite suggestioni, assumerà spontaneamente quella posa che le riflette, conservandola finché la suggestione data, vien tolta: così pure mettendo il soggetto in attitudine di preghiera, di minaccia, ecc.

Il catalettico è dunque come uno strumento incapace d’agire senza l’impulso proveniente dall’ipnotizzatore ed incapace altresì di opporgli la minima resistenza morale o materiale. La catalessi nella sua forma tipica, abolirebbe, secondo gli esperti, ogni sensibilità e possibilità di vibrazione psichica; lo spirito sembra profondamente addormentato ed è vano ogni tentativo per rintracciarne una qualsiasi manifestazione di attività. In questo stato il soggetto sembra come pietrificato: le sue palpebre sono immobili, la fisionomia è impassibile; le articolazioni pieghevoli ed una grande plasticità.

Non vi viene in mente nessuno? Davvero? A me viene in mente Giucas Casella. ;-)

La letargia è lo stato che dovrebbe successivo (ma a quanto pare non sempre) alla catalessi e si manifesta per il torpore e la rilassatezza che invade il corpo del soggetto dando l’apparenza di un sonno profondo. Sollevando un arto, questo ritorna pesantemente a distendersi nella posizione di riposo, la risoluzione muscolare è completa come pure l’anestesia i globi oculari sono rivolti all’insù, le palpebre chiuse e la respirazione è lenta e regolare. Questo stato può durare in un tempo indefinito e lo si può ritenere un riposo assoluto del corpo e dello spirito. Durante il sonno letargico è quindi ogni facoltà spirituale assopita ed è vano tentare qualsiasi suggestione, poiché allo svegliarsi il soggetto avrà tutto dimenticato, se pure qualcosa sia giunta fino alla sua mente delle nostre parole o dei nostri pensieri.

Durante lo stato letargico tutte le funzioni fisiologiche si rallentano in modo sensibile, quindi si può ritenere non esagerato quello che si racconta intorno ai fakiri indiani, alcuni dei quali pare siano rimasti in questo stato durante un lunghissimo periodo di tempo senza alcuna interruzione e senza alcun contatto col mondo esterno.

Infine, la fase successiva è lo stato di sonnambulismo. La fenomenologia sonnambolica è fra le più estese e spesso tocca problemi che si staccano addirittura dalla sfera d’azione fisica e fisiologica, invadendo il campo della medianità e della spiritualità. Il soggetto in tale stato ha le palpebre abbassate ed i globi ottici rivolti all’in su; l’insensibilità, più che negli stati precedenti, è assoluta; i sensi aboliti per ogni eccitamento esterno, salvo che non provenga dall’ipnotizzatore o da questo s’è fatto mettere in rapporto con lui.

Secondo gli esperti in questo stato la persona può manifestare una forza incredibile se suggestionato. Pare che siano riusciti a far piegare delle barre di ferro da un centimetro a ragazzi esili, sotto questo stato. In questo stato il soggetto acquisisce delle potenzialità inumane.

I sensi della vista, dell’udito e specie dell’olfatto, se suggestionati dall’ipnotizzatore, acquistano una acutezza tale da avvertire sensazioni che nello stato di veglia nessuno potrebbe; e di più degli altri sensi ausiliari si deve ritenere che entrino in azione se si vogliono spiegare fisiologicamente una gran quantità di fatti che altrimenti non sarebbero ammissibili. Così per la visione e, l’audizione a distanza anche di parecchie centinaia di metri, la lettura senza l’utilizzo degli occhi e la trasposizione dei sensi medesimi, per la quale nel sonnambulo pare che essi non siano più localizzati in un determinato organo, ma diffusi per tutto il corpo. Quindi per mezzo del tatto o della semplice applicazione d’uno scritto sul petto e sull’addome, il sonnambulo può essere in grado di leggerne il contenuto con una relativa facilità ed in rapporto del suo allenamento in questo esercizio; inoltre egli può, anche con le orecchie completamente tappate udire un suono coll’applicare un dito sullo strumento che vibra.

Le facoltà cerebrali acquistano una grande lucidità e sembrano attivate straordinariamente. Il soggetto può essere in grado di scrutare nel passato e nell’avvenire con una precisione dubbia in alcuni casi, ma in altri esatta; può inoltre possedere la mirabile facoltà di osservare delle malattie, anche embrionali, sia in lui stesso che in altri, intuendone le cause e dettandone i rimedi che spesso riescono efficaci malgrado il loro spiccato carattere semplice e naturalistico. E non è tutto; una persona in questo stato è in grado di trasportarsi, diremo per intenderci, con lo spirito a distanze considerevoli ed al ritorno riferirci tutto ciò che ha visto ed udito, riuscendo in molti casi il suo racconto perfettamente conforme al vero.

Tutti questi fenomeni di lucidità e di chiaroveggenza possono in parte spiegarsi per la straordinaria acutezza acquisita dalla memoria che trova nei minimi dettagli e nei ricordi più lontani dei fatti che durante lo stato normale di veglia ha dimenticati; ma la gran maggioranza di queste manifestazioni sonnamboliche possono solo trovare una spiegazione soddisfacente in una teoria spiritualista che darebbe la chiave di tanti problemi la cui soluzione è vano aspettarsi dalla fisica e dalla meccanica universale quale noi la concepiamo.

Qui non ti viene in mente niente? I Remote Viewing? Viaggi astrali? Racconti di vite passate?

Bene, questi erano i tre stati principali (riconosciuti) dell’ipnosi. Come avrai notato è difficile vedere uno di questi stati nell’ipnosi regressiva. Forse ci siamo evoluti negli anni? Non abbiamo più bisogno di entrare nella fase riconosciuta come “stato di sonnambulismo”? Come mai diverse persone senza molta esperienza eseguono ipnosi regressive? Le persone sono diventate più sensibili e suggestionabili, o sono questi presunti ipnotisti che si fanno passare per ciò che non sono, e che in realtà fungono da psicologi? Le persone, si inventerebbero tutte la stessa storia?

Mi secca ripetermi ma è chiaro che qualcosa non quadra. Credo che l’aneddoto seguente, come si suol direcalza a pennello.

“Bisogna educare gli educatori. Ecco l’opinione di Socrate. Un giorno fu chiesto a Socrate quale fosse l’età più adatta per cominciare a educare un bambino: a tre anni, a sette o a dieci? Egli rispose che bisognava cominciare a educarlo quando nasceva suo nonno”.

 

fonte http://www.coscienza-universale.com/

IPNOSI E I SUOI STATIultima modifica: 2015-02-03T16:11:21+01:00da subbuteo63
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