Quella droga chiamata rabbia

di Paolo Marrone

Siamo portati a pensare che il problema della dipendenza da sostanze chimiche non ci riguardi affatto. In fondo facciamo una vita regolare e sana, molti di noi fanno anche sport, non facciamo uso di droghe, e non beviamo alcolici o quasi… insomma crediamo di essere del tutto estranei a questo problema.

Quella droga chiamata rabbiaNon è così. Ognuno di noi è dipendente da diverse sostanze chimiche e anche se tale affermazione può sembrarvi strana, risponde a verità.

La dipendenza infatti non riguarda solo le sostanze chimiche immesse nel corpo dall’esterno, come droghe o alcool; quella di cui sto parlando è una dipendenza più subdola, della quale non ci rendiamo conto, ma di cui tutti, in diversa misura, siamo afflitti. Sto parlando della dipendenza da sostanze chimiche prodotte dal nostro stesso corpo. Ebbene si. Gran parte delle nostre abitudini mentali sono, infatti, condizionate da una vera e propria dipendenza da queste sostanze.

La materializzazione delle emozioni

E’ stato scoperto dalla neurobiologia che ad ogni emozione, come rabbia, invidia, paura, ma anche gioia, euforia, ecc. corrispondono certe specifiche sostanze chimiche, chiamate neurotrasmettitori, che non sono altro che proteine che vengono emesse dal corpo in risposta a qualsiasi emozione.

Possiamo considerare i neurotrasmettitori come la materializzazione delle emozioni. A cosa servono questi neurotrasmettitori? Possiamo dire con buona approssimazione cheessi rappresentano il ‘cibo’ delle nostre cellule. Le cellule, infatti, hanno sulla loro membrana esterna diversi recettori, ognuno dei quali risponde ad un neurotrasmettitore diverso. Il ruolo dei recettori è quello di venire attivati dal corrispondente neurotrasmettitore per generare una specifica proteina, una specie di messaggio chimico, che penetra nella cellula attivando il DNA.

Cosa c’entra tutto ciò con la dipendenza da sostanze chimiche?

Avere pensieri negativiC’entra eccome. Se noi tendiamo ad avere molti pensieri negativi come rabbia, collera, paura, ecc. nel nostro organismo verranno prodotti molti neurotrasmettitori corrispondenti a queste emozioni. Le nostre cellule allora si nutriranno con queste sostanze, immettendo al loro interno il messaggio corrispondente all’emozione ad esso collegata.

Se ce ne sono in eccesso rispetto ai recettori, però, ad un certo punto si produce una specie di saturazione, e siccome la cellula si abitua a ricevere questi neurotrasmettitori, alla prossima duplicazione della cellula, le due nuove cellule risultanti dalla duplicazione avranno molti più recettori sulla loro membrana per assorbire i neurotrasmettitori in eccesso. In altre parole, ad ogni nuova generazione di cellule, i recettori corrispondenti alle emozioni che proviamo più spesso aumenteranno, mentre tutti gli altri diminuiranno e si atrofizzeranno.

Ecco allora che entriamo nella fase di dipendenza. Il nostro corpo, infatti, le cui cellule sono piene di un particolare tipo di recettori, chiederà sempre più neurotrasmettitori per soddisfare la maggior richiesta, innescando così un processo a spirale dal quale sarà difficile uscire, esattamente come succede in ogni tipo di dipendenza da sostanze chimiche.

Quel sottile piacere…

Le cause di questa dipendenza, si possono riscontrare in quella particolare tendenza che abbiamo a lasciare vagare la mente in qualsiasi direzione, quando non siamo in grado di controllarla. In questa situazione, la direzione scelta dalla mente, sarà esattamente quella di soddisfare la richiesta che il corpo le fa continuamente, attivando cioè pensieri negativi che emetteranno i corrispondenti neurotrasmettitori.

Rimuginare su eventi passatiEcco spiegato perché spesso ci ritroviamo a rimuginare su episodi passati che ci hanno provocato rabbia, o a immaginare eventi futuri nei quali andiamo a “dirgliene quattro a quello lì” (il nostro capo, il vicino che disturba, l’ex-partner, la suocera, ecc…). Avrete forse anche notato che si percepisce addirittura un sottile piacere, nel perdersi in quei pensieri che stimolano in noi sentimenti di rabbia o rivalsa nei confronti di qualcuno. Tutto ciò è normalissimo, perché quel piacere è un piacere reale, provocato dal nostro corpo che ‘ringrazia’ per tanta abbondanza di cibo per le sue cellule affamate.

Non sono solo pensieri

Ok, direte voi. E cosa c’è di male? Tanto sono solo pensieri. Niente affatto. Dovete rendervi conto che state immettendo pericolose tossine all’interno delle vostre cellule. State immettendo sostanze chimiche corrispondenti a sentimenti negativi come rabbia, rivalsa, odio, paura, ecc. Non pensate, quindi, siano innocue. Ognuna di quelle sostanze va a modificare il DNA delle vostre cellule, e come già sapete le nuove cellule che vanno a popolare il corpo sono generate proprio a partire da quel DNA. Tutto questo, perciò, va poi a riflettersi sulla salute e sull’aspetto esteriore del vostro corpo.

Ogni ruga che compare sul viso corrisponde ad un sentimento di rabbia o preoccupazione. E nel lungo termine quei sentimenti negativi andranno inesorabilmente a trasformarsi in problemi fisici e malattie. Come possiamo ovviare a tutto questo? Per iniziare la disintossicazione bisogna, prima di tutto, avere la consapevolezza di essere intossicati.

Vi dovrebbe bastare questo per iniziare finalmente a prendere il controllo della vostra mente e zittire, una volta per tutte, quella stupida e dannosa vocina che vi costringe a pensare pensieri non vostri.

Articolo di Paolo Marrone

Fonte: http://www.campoquantico.it

Quella droga chiamata rabbiaultima modifica: 2016-07-02T20:04:00+02:00da subbuteo63

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