Jung a proposito dei sogni

Jung a proposito dei sogni

Tra i molti problemi della psicologia medica c’è un “bambino difficile”: il sogno. Sarebbe tanto interessante quanto arduo discutere il sogno esclusivamente sotto i suoi aspetti medici, cioè in rapporto a diagnosi e prognosi di stati morbosi. Il sogno ha realmente a che fare anche con la salute e la malattia, e poiché – grazie alla sua origine inconscia – attinge dal tesoro di percezioni subliminali, può produrre occasionalmente cose di estremo interesse. Questa circostanza mi si è già dimostrata più volte assai utile in casi di difficili diagnosi differenziali in rapporto a sintomi organici e psicogeni. Alcuni sogni sono importanti anche ai fini della prognosi. Ma in questo settore mancano ancora tutti i lavori preparatori necessari, cioè accurate raccolte casistiche e simili. È un compito per il futuro, da affidarsi a medici dotati di formazione psicologica, quello di protocollare sistematicamente i sogni: in tal modo si potrebbe disporre di un materiale onirico che si riferirebbe allo scoppio successivo di malattie acute gravissime о addirittura all’esito letale, vale a dire a eventi non prevedibili al momento della catalogazione. L’indagine dei sogni in generale è già di per sé un lavoro tale da assorbire un’intera esistenza. Per compiere la necessaria elaborazione nei particolari occorrono però dei collaboratori, e molti. Ho preferito quindi, in questo breve sguardo d’insieme, trattare gli aspetti fondamentali della psicologia e dell’interpretazione dei sogni in modo che anche coloro i quali non hanno esperienza di questo argomento possano farsi un’idea del modo di porre il problema e della metodologia impiegata. Chi conosce questa materia converrà certo con me nel ritenere più importante la conoscenza degli elementi essenziali che non un ammasso di casistiche le quali, a conti fatti, non possono sostituire la mancanza d’esperienza.

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Il sogno è un frammento di attività psichica “involontaria” che è cosciente esattamente quel tanto che gli occorre per essere riprodotto in stato di veglia. Tra i fenomeni psichici il sogno è quello che forse offre il massimo di elementi “irrazionali”. Sembra che gli sia toccata una minima parte di quella connessione e gerarchia dei valori che presentano gli altri contenuti della coscienza, ed è quindi meno trasparente e meno comprensibile. I sogni in cui logica, morale ed estetica si combinano in maniera soddisfacente sono un’eccezione. Di regola il sogno è una creazione singolare e strana, caratterizzata da molte “cattive qualità”: l’assenza di logica, una dubbia moralità, una conformazione sgradevole e un evidente controsenso о assurdità. Per questo lo si liquida volentieri come un qualcosa di sciocco, privo di senso e di valore.

Ogni interpretazione di un sogno è una dichiarazione psicologica su determinati contenuti psichici del sogno. Non è quindi priva di pericolo, perché di norma il sognatore, come la maggior parte degli uomini, mostra una sensibilità spesse volte sorprendente non soltanto di fronte a osservazioni inesatte, ma anche – e soprattutto – di fronte a rilievi esatti. Poiché un sogno può essere elaborato senza la partecipazione di colui che sogna soltanto quando esistano premesse del tutto particolari, occorre di regola un enorme sforzo e un gran tatto, se non si vuole ferire inutilmente l’amor proprio di un’altra persona. Che si deve dire per esempio se un paziente racconta una serie di sogni poco decenti e conclude con la domanda: “Perché proprio io devo fare dei sogni così disgustosi?” A una domanda del genere è meglio non rispondere: una risposta è difficile per parecchi motivi, specialmente per un principiante; ed è fin troppo facile in tali circostanze uscirsene in qualche affermazione maldestra, e tanto più facile quando si presume di essere in grado di rispondere. La comprensione dei sogni è un’impresa così ardua che mi sono imposto già da tempo come regola, quando qualcuno mi racconta un sogno e mi chiede che cosa ne penso, di rispondere (e la risposta è indirizzata anzitutto a me stesso): “Non ho idea di che cosa significhi questo sogno.” Dopo questa constatazione posso procedere all’analisi del sogno.

A questo punto tuttavia il lettore si chiederà se vale davvero la pena di indagare nel singolo caso il significato di un sogno, posto che i sogni abbiano veramente un significato e che questo significato sia “dimostrabile” in generale.

Facciamo un esempio: che un animale sia un vertebrato, lo si può dimostrare facilmente mettendo a nudo la sua colonna vertebrale. Ma come bisogna procedere se si deve “mettere a nudo” una struttura interna, significativa del sogno? Anzitutto non esistono apparentemente leggi formali univoche, né esistono assolutamente modi di comportamento regolari del sogno, a prescindere dai sogni “tipici” a tutti noti, come per esempio l’“incubo”. I sogni angosciosi non sono rari, certo, ma non rappresentano affatto la regola. Oltre a questi vi sono “motivi onirici tipici” noti anche al profano, come il volare, il salire le scale о una montagna, l’andare in giro seminudi, la caduta dei denti, la folla, l’albergo, la stazione, la ferrovia, l’aereo, l’automobile, gli animali inquietanti (serpenti) ecc. Questi motivi sono sì frequenti, ma non bastano certo perché se ne possa dedurre una qualche regolarità nella struttura del sogno.

Vi sono persone che, di quando in quando, fanno sempre lo stesso sogno. Questo accade specialmente in età giovanile; ma può capitare che queste ripetizioni si protraggano anche per parecchi decenni. Si tratta non di rado di sogni assai impressionanti, che danno immediatamente la sensazione che “devono pure voler dire qualcosa”. Questa sensazione è giustificata in quanto, pur procedendo con estrema prudenza, non si può eludere l’ipotesi che di quando in quando subentri una determinata situazione psichica la quale provoca il sogno. Ma una “situazione psichica” è un qualcosa che, se può essere formulato, si identifica con un determinato “significato”; il che vale però a condizione di non ostinarsi nell’ipotesi, assolutamente indimostrata, che tutti i sogni vadano fatti risalire a disturbi di stomaco, alla posizione supina del dormiente e via dicendo. Tali sogni inducono infatti a presumere almeno un certo contenuto causale significativo. Lo stesso vale per i cosiddetti motivi tipici, che si ripetono molte volte in serie piuttosto lunghe di sogni. Anche in questi casi riesce difficile sottrarsi all’impressione che “ci sia un qualche significato”.

Ma come possiamo rintracciare un significato plausibile, e come possiamo poi confermare l’esattezza della nostra interpretazione? Un primo metodo – che tuttavia non è un metodo scientifico – consisterebbe nel prendere in mano un libro dei sogni e profetizzare col suo aiuto eventi futuri in base a elementi tratti dai sogni, verificando poi l’interpretazione secondo la realizzazione successiva di tali eventi, posto che il significato dei sogni consista nell’anticipare il futuro.

Un’altra possibilità di dimostrare direttamente il significato di un sogno consisterebbe forse nel ricostruire, investigando il passato per via induttiva, eventi antecedenti in base all’insorgere di determinati motivi. Benché questa operazione sia possibile (in misura limitata), essa avrebbe valore decisivo solo se permettesse di conoscere qualcosa che si è realmente verificato ma è rimasto inconscio per colui che sogna, о in ogni caso un qualcosa che egli non confesserebbe in nessuna circostanza. In caso contrario si tratta di una semplice immagine mnemonica il cui insorgere nel sogno anzitutto non è contestato da nessuno, e secondariamente è del tutto irrilevante ai fini di una funzione significante del sogno, perché lo stesso paziente avrebbe potuto riferirla ugualmente anche in stato cosciente. E con questo abbiamo purtroppo esaurito le possibilità di giungere a una dimostrazione diretta del significato dei sogni.

È il grande merito di Freud l’aver indirizzato sulla giusta strada l’analisi dei sogni. Egli si è reso conto anzitutto che è impossibile intraprendere una qualunque interpretazione senza il soggetto che ha avuto il sogno. Le parole che compongono la descrizione di un sogno infatti non hanno “un” senso soltanto, sono ambigue. Se qualcuno sogna un tavolo, siamo ancora ben lontani dal sapere che cosa significa il “tavolo” per chi sogna, benché la parola “tavolo” sembri abbastanza inequivocabile. C’è una cosa infatti che non sappiamo, e precisamente che questo “tavolo” è proprio quello a cui sedeva il padre nel momento in cui rifiutò di fornire al paziente ogni ulteriore aiuto finanziario e lo cacciò di casa come un buono a nulla. La superficie liscia di questo tavolo era assurta in lui, sia nella coscienza del giorno sia nei sogni notturni, a simbolo della sua catastrofica incapacità. Questo è ciò che intende il nostro paziente quando dice di sognare un “tavolo”. L’aiuto di chi fa il sogno ci è quindi indispensabile, se vogliamo ridurre ai suoi termini essenziali e convincenti la molteplicità di significati che le parole esprimono. Che il “tavolo” contraddistingua un vertice penoso nella vita di chi lo sogna è cosa di cui può dubitare chiunque non abbia assistito alla scena. Il paziente però non ne ha alcun dubbio, e neppure io. È chiaro che l’interpretazione dei sogni è in primissimo luogo un evento che, inizialmente, è certo e irrefutabile soltanto per due persone.

Freud
Lo studio dei sogni in pdf
http://www.rivistapsicologianalitica.it/v2/PDF/2-1-1971-Il%20sogno/II-1-71-cap2.pdf

Tratto da – La dinamica dell’inconscio. da Coscienza Universale

 

Jung a proposito dei sogniultima modifica: 2016-02-03T18:04:59+01:00da subbuteo63
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