Gli Effetti del Pensiero

Che cosa è il pensiero e come si manifesta? Alla vista del chiaroveggente, esso si manifesta prima di tutto nel corpo mentale, apparendo come una vibrazione della materia di cui questo è costituito, vibrazione che produce vari effetti, i quali tutti collimano con ciò che l’esperienza scientifica del piano fisico, porterebbe a prevedere.

Inizialmente, vi è l’effetto prodotto sul corpo mentale stesso, che consiste anzitutto nel generare un’abitudine. Nel corpo mentale vi sono molti diversi tipi di materia e sembra che ciascuno di essi abbia un ritmo di vibrazione suo proprio al quale è più abituato, onde vi risponde prontamente e tende a ritornarvi il più presto possibile, quando questo ritmo è mutato da qualche forte irruzione di pensiero o di sentimento.

Un pensiero sufficientemente forte può temporaneamente far vibrare con lo stesso ritmo tutta una sezione del corpo mentale, e ogni volta che ciò accade la ripetizione di simile vibrazione si produce più facilmente. Si sta formando nel corpo mentale l’abitudine di vibrare con quel ritmo; successivamente l’individuo ripeterà molto facilmente quel dato pensiero.

In secondo luogo, vi è l’effetto prodotto sugli altri veicoli dell’uomo, superiori o inferiori per densità al corpo mentale. Sappiamo che sul piano fisico, i movimenti che hanno luogo in una specie di materia si comunicano prontamente ad un altro tipo; che, per esempio, un terremoto produce una possente onda nel mare e che un disturbo atmosferico causato da una tempesta, produce immediatamente nell’oceano delle increspature che tosto divengono grandi onde.

Precisamente, nello stesso modo, un disturbo che ha luogo nel corpo astrale di un uomo (vale a dire ciò che si chiama comunemente un’emozione) induce delle vibrazioni nel corpo mentale e causa dei pensieri corrispondenti a quella data emozione. Reciprocamente, la vibrazione del corpo mentale tocca, se è di un tipo capace di toccarlo, il corpo astrale; vale a dire, certi tipi di pensiero provocano prontamente un’emozione. Precisamente come la vibrazione mentale agisce sul corpo astrale che è più denso, così essa agisce anche inevitabilmente sulla materia del corpo causale che è più tenue del corpo mentale; quindi, il pensiero abituale di un uomo forma delle qualità anche nell’ego stesso.

Fin qui abbiamo soltanto trattato dell’effetto del pensiero sull’individuo che lo genera, e abbiamo visto che, in primo luogo, esso tende a ripetersi, e in secondo luogo che agisce non soltanto sulle emozioni, ma anche permanentemente sull’individuo stesso. Osserviamo adesso gli effetti che il pensiero produce all’esterno, vale a dire sopra l’oceano di materia mentale che circonda tutti, precisamente nell’atmosfera.

Ogni pensiero produce una vibrazione che si irradia in tutte le direzioni, e che può essere semplice o complessa secondo la natura del pensiero che l’ha generata. Questa vibrazione può, in certe condizioni, essere limitata al piano mentale, ma può anche produrre un effetto sui piani al disotto e al disopra di esso.

Se il pensiero è solamente intellettuale e impersonale (se, per esempio, colui che pensa è immerso nella considerazione di un sistema filosofico o nella soluzione di un problema di algebra o di geometria), l’onda della vibrazione toccherà soltanto la materia mentale. Se il pensiero è di natura spirituale, se commisto di amore e di aspirazione, o di profondi sentimenti altruistici, esso si innalzerà nella regione del mentale superiore, o perfino potrà parzialmente rivestirsi della gloria o dello splendore del livello buddhico, combinazione che lo rende estremamente potente. Se, d’altra parte, il pensiero è commisto con qualche considerazione egoistica o qualche desiderio personale, la sua vibrazione discende in basso e la maggior parte della sua forza si esplica sul piano astrale.

Tutte queste vibrazioni agiscono ai loro rispettivi livelli, precisamente come una vibrazione di luce o di suono sul piano fisico; esse irradiano in tutte le direzioni diminuendo di intensità in ragione della loro distanza dall’origine. Conviene rammentare che le irradiazioni toccano non solo l’oceano di materia mentale che ci circonda, ma agiscono altresì sopra i corpi mentali che si trovano in tale oceano.

A tutti è noto l’esperimento, in cui facendo suonare una nota sul piano o sul violino, si ottiene la risposta della nota corrispondente di un altro strumento della stessa specie, accordato nella stessa chiave. Precisamente, come la vibrazione iniziata in uno strumento è trasmessa attraverso l’aria e agisce sopra l’altro strumento, così, la vibrazione del pensiero iniziata in un corpo mentale, è trasmessa alla materia mentale circostante e si riproduce in un altro corpo mentale; il che significa da un altro punto di vista, che il pensiero è contagioso. Torneremo più tardi su questa considerazione.

In quarto luogo, ogni pensiero produce non solo una vibrazione, ma anche una forma, un oggetto definito e separato, dotato di forza e di vitalità di una certa specie, il quale in molti casi si comporta in maniera non dissimile da quella di una creatura dotata di vita temporanea. Questa forma, come la vibrazione, può essere soltanto sul piano mentale, ma più di frequente scende sul piano astrale e produce il suo più grande effetto nel mondo delle emozioni. Per il momento non ci occupiamo della loro apparenza, ma dei loro effetti e del modo in cui possono essere utilizzati.Esaminiamo separatamente l’azione di queste due manifestazioni del potere del pensiero.

La vibrazione può essere semplice o complessa secondo il carattere del pensiero, ma la sua forza è riversata principalmente sopra l’uno o l’altro dei quattro livelli di materia mentale, ovvero i quattro sottopiani che costituiscono la divisione inferiore del piano mentale. La maggior parte dei pensieri dell’uomo ordinario, si aggira intorno a lui stesso, intorno ai suoi desideri e alle sue emozioni; essi sono perciò vibrazioni del più basso sottopiano di materia mentale; invero, la parte del corpo mentale corrispondente ad essi, è la sola che per ora sia completamente sviluppata e attiva nella gran maggioranza degli uomini.

Non bisogna dimenticare a questo riguardo, che la condizione del corpo mentale è molto diversa da quella del veicolo astrale. L’uomo colto occidentale ha il corpo astrale pienamente sviluppato come quello fisico, e può usarlo come un veicolo di coscienza. Non ha ancora l’abitudine di usarlo molto e di conseguenza è timido e diffidente rispetto ai suoi poteri; ma i poteri astrali sono presenti ed è solo questione di abituarsi a usarli.

Quando l’individuo funziona sul piano astrale, sia durante il sonno che dopo la morte, è capace di vedere e di udire e può muoversi ovunque a suo talento. Tuttavia nel mondo celeste, egli si trova in condizioni ben diverse, poiché il corpo mentale non è ancora pienamente sviluppato, essendo la razza umana occupata attualmente, appunto, ad evolverlo.

Il corpo mentale può essere adoperato come veicolo solo da quelli a cui è stato insegnato a usarlo da qualche istruttore che appartiene alla “Grande Fratellanza Bianca” degli iniziati; nell’uomo ordinario esso è solo parzialmente sviluppato e non può essere adoperato come veicolo separato e cosciente.

Nella maggioranza degli uomini, le parti più alte del corpo mentale sono tuttora inattive, anche quando le parti inferiori sono in piena attività. Ciò implica necessariamente che mentre tutta l’atmosfera mentale è in stato di violente vibrazioni appartenenti ai sottopiani più bassi, vi è per ora relativamente poca attività nei piani più alti; fatto che converrà tenere a mente quando veniamo a considerare la possibilità pratica del potere del pensiero.

Tale questione ha anche una grande influenza sulla distanza a cui può giungere un’onda di pensiero. Per meglio comprendere questa cosa, possiamo fare un’analogia con l’azione della voce di un oratore: egli può farsi udire fino a una certa distanza, che dipende dalla potenza della sua voce e che, nel caso di una forma-pensiero, dipenderebbe dalla forza delle vibrazioni; ma la distanza a cui si possono comprendere le parole dell’oratore, è questione affatto diversa, e dipende spesso più dalla chiarezza della sua enunciazione che dalla portata della sua voce.

Nel caso di una forma-pensiero, la chiarezza di enunciazione è rappresentata dalla chiarezza e dalla precisione dei suoi contorni. Un individuo, che non è stato educato nell’arte di parlare in pubblico, potrebbe emettere un grido capace di penetrare a grande distanza, pur essendo assolutamente inintelligibile. Precisamente nello stesso modo, un uomo che sente (prova una sensazione fisica provocata da stimoli interni o esterni) fortemente, ma non è educato nell’arte di pensare, può generare una potente forma-pensiero capace di trasmettere con forza il sentimento che l’ha ispirata – un sentimento di timore, di terrore o di sorpresa – eppure questa forma-pensiero sarebbe così incerta nei suoi contorni, da non poter trasmettere alcuna idea della natura o della causa dell’emozione.

È quindi evidente, che la chiarezza del pensiero è altrettanto necessaria quanto l’intensità di esso. Di nuovo, la voce dell’oratore può essere chiara e forte, e le sue parole perfettamente udibili da un punto in cui un individuo si trova, eppure le parole non avrebbero senso, se questo individuo fosse assorto in qualche altra occupazione e non prestasse alcuna attenzione ad esse.

Anche questa circostanza ha l’esatta corrispondenza nel mondo del pensiero. Si può, cioè, generare un pensiero chiaro e forte e anche dirigerlo intenzionalmente verso un’altra persona, ma se la mente di questa è interamente occupata da altre cose, la forma-pensiero non può produrre alcuna impressione sul suo corpo mentale.

Spesso gli individui che si trovano in uno stato di timore o di panico non odono nemmeno i consigli o gli ordini che sono loro dati ad alta voce; sotto la stessa influenza essi sarebbero ugualmente inaccessibili alle forme-pensiero.

Purtroppo, la maggior parte degli uomini non sa pensare affatto, e anche quelli che sono un poco più avanzati, raramente pensano con chiarezza e con intensità, salvo nei momenti in cui sono occupati in qualche affare che richiede tutta la loro attenzione. Di conseguenza, possiamo certamente dire, che un gran numero di menti intorno a noi si trova in uno stato di vacuità. Si può dire che esse sono pronte a ricevere qualsiasi seme che gettiamo in esse.

Tratto da: “Il lato nascosto delle cose” di Charles Webster Leadbeater (1854-1934), BIS Edizioni.

Fonte: http://www.esoterismoemisteri.com/gli_effetti_del_pensiero.html

Gli Effetti del Pensieroultima modifica: 2018-06-04T17:15:22+02:00da subbuteo63
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