PARANORMALE: I MONDI SOTTILI DI JEAN PRIEUR

PARANORMALE: I MONDI SOTTILI DI JEAN PRIEUR

PARANORMALE: JEAN PRIEUR –  I MONDI SOTTILI

Jean Prieur noto per essere uno tra i più impegnati studiosi e divulgatori della scienza dello spirito, professore autore francese di numerosi studi sulla vita dopo la morte e il paranormale. Il suo incontro con Marcelle de Jouvenel, il quale ricevette messaggi attraverso la scrittura automatica dal figlio Roland, lo convinse a dedicarsi allo studio dell’aldilà. Trascinato dalla sua ispirazione, ha pubblicato studi sui maestri spirituali e la vita dopo la morte. Ha pubblicato in Francia oltre una dozzina di opere dedicate agli argomenti che formano oggetto delle sue ricerche.

Che cos’è la morte, se non la liberazione del corpo spirituale, se non il passaggio di questo organismo sottile e sostanziale attraverso il corpo fisico distrutto per sempre, se non uno sdoppiamento senza ritorno? Chi non ha un’idea chiara di questo organismo non può comprendere quello che succede nell’istante supremo.

Quelli che hanno gli occhi spirituali aperti (mistici e veggenti autentici) vedono alzarsi dal corpo senza vita un vapore bianco e diafano. Questo doppio fluttua per un certo tempo al di sopra della spoglia, poi si allontana attraverso i muri e tutti gli ostacoli. Esso mantiene la forma umana: se Origène fu condannato, lo fu non tanto per le sue posizioni in favore della metensomatosi (la parola reincarnazione non esisteva), quanto per aver preteso che si entrasse nell’altra vita come una palla di fuoco. Ho modo di supporre che, nel pensiero di Origène, palla significasse bolla, quella bolla luminosa di cui parlano sia l’iniziato Plutarco (45-125), sia il giovane messaggero Roland de Jouvenel (1931-1946).

jean-prieur-paranormale-mondi-sottili-libro

L’Articolo V del Sinodo di Costantinopoli del 543, confuso a torto con il Concilio del 553, tenuto anch’esso a Costantinopoli, recita: «Se qualcuno dice o sostiene che alla resurrezione i corpi degli uomini si rialzeranno sotto forma sferica, se nega che noi ci rialzeremo nell’attitudine eretta, sia anatema!». Nell’attitudine eretta, cioè in piedi. In piedi, altro modo per dire risuscitato in forma umana, come in Apocalisse 20, 12: «Io vidi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al Trono». E’ chiaro che «i morti» non significa «i ridotti in polvere», a meno che non si tratti di polvere siderale e di atomi di luce. Il corpo spirituale si forma con il feto, lo portiamo in noi fin dalla nascita, ci accompagna lungo questa vita, contrariamente a quanto credono molti cristiani che immaginano che lo riceveremo come una ricompensa, entrando in Cielo. Quanto a San Paolo, parla solo della resurrezione gloriosa e ignora quella dei più.

Prima di tutto, si tratta di capire la realtà di questo corpo di spirito di cui le diverse tradizioni hanno ammesso l’esistenza. Tutti i nomi che gli sono stati dati pongono l’accento su uno dei suoi caratteri e ci informano sulla sua vera natura.

Gli antichi nomi del corpo di spirito

  • Corpo fluidico: ha le caratteristiche dell’acqua, la sua trasparenza, la sua leggerezza. Come l’acqua, è indispensabile alla vita, ed è in stretto contatto con la terra.
  • Corpo aereo: alla trasparenza, alla leggerezza aggiunge l’invisibilità.
  • Corpo fluidico e corpo aereo sono i nomi dell’organismo di sopravvivenza.
  • Corpo di luce: composto di fotoni, si manifesta talvolta anche sulla terra nei casi di estasi e di trasfigurazione. Il profeta Daniele li ha contemplati, questi corpi di luce, nella sua visione della resurrezione generale. Vi fa allusione nel capitolo 12: «I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre» (Dn 12, 3).
  • Corpo di gloria: come quelli di Mosè e di Elia apparsi accanto a Gesù trasfigurato per parlare con Lui dei misteri del Regno.
  • Corpo di fuoco: come quello dell’angelo che apparve a Ezechiele: «Vidi qualcosa dall’aspetto d’uomo: dai suoi fianchi in giù, appariva come di fuoco e dai fianchi in su appariva come uno splendore simile all’elettro. Stese come una mano e mi afferrò per i capelli: uno spirito mi sollevò fra terra e cielo» (Ez 8, 2-3).
  • Corpo di luce, corpo di fuoco e corpo di gloria sono i nomi equivalenti dell’organismo destinato all’immortalità.

Ma il corpo di spirito non aveva atteso il Cristianesimo per rivelarsi al mondo: scribi e pittori d’Egitto, tre millenni prima, avevano scoperto la sua presenza qui e lassù. Questo archetipo, questo prototipo, questo secondo Io dell’uomo, lo chiamarono Ka; e l’egittologo Maspéro fu ben ispirato quando tradusse Ka con «doppio».

Attivo nella vita terrena come nella vita futura, deteneva la forza vitale dell’uomo, come, d’altronde, quella di ogni essere vivente. In altre parole, sulle rive del Nilo, come su quelle dell’Indo e del Gange, l’anima e la sopravvivenza animale non costituivano un problema.

Il Ka non era l’anima-spirito che gli Egiziani chiamavano Ba e che rappresentavano con un uccello. Non era nemmeno la forza divina, Akh, raffigurata dai geroglifici con le braccia alzate, che simboleggiava l’aspirazione a una condizione più alta della sopravvivenza: la vita eterna.

I nomi di oggi

I nomi moderni del corpo spirituale sono ricchi di insegnamento quanto quelli della tradizione:

  • Corpo metafisico: dato che «meta» significa sia «con» (vedi in tedesco mit) e «dopo», se ne deduce che questo corpo esiste con il corpo fisico che anima e dopo di lui, dal momento in cui l’essere ha oltrepassato le porte eterne.
  • Corpo magnetico: come il campo con lo stesso nome. Quando si spolvera con della limatura di ferro un foglio di carta sotto il quale è stata posta una calamita, si vedono disegnarsi i poli, le linee neutre e le linee di forza dello spettro magnetico che raggruppa, secondo uno schema coerente, le particelle di ferro, come il corpo di spirito raggruppa le particelle di luce.
  • Corpo di vibrazioni: dall’Aldilà cristico, Paqui, una giovane messaggera, ha dettato nel corso degli anni Venti: «Noi non siamo più altro che vibrazioni». Concetto che Pierre Monnier completava così: «Noi inviamo verso di voi dei raggi provenienti dal nucleo luminoso intorno al quale s’irradiano e gravitano gli atomi fluidici che costituiscono il nostro corpo». Ora, quella che gli uomini chiamano realtà, è proprio la ristretta gamma delle vibrazioni che i loro sensi possono percepire. Il mondo spirituale, caratterizzato da vibrazioni estremamente rapide, è per loro non percettibile, non tangibile, non visibile, ed essi ne deducono che non esiste.
  • Corpo bioplasmico o corpo di energia: credo di essere stato il primo in Francia nel 1971 a segnalare nel libro Testimoni dell’invisibile i lavori dei coniugi Kirlian.

Alla fine del capitolo intitolato Il corpo spirituale in questa vita inserii la seguente nota:

«Secondo le ultime notizie, gli scienziati sovietici, che conducono esperimenti di parapsicologia molto seri, sono riusciti a fotografare l’aura. Essi hanno constatato che essa può variare in colore e grandezza. L’hanno perfino fotografata al momento della morte quando si stacca dal corpo fisico».

In seguito venni a conoscenza di altri particolari su Semyon Kirlian (morto nell’agosto 1978) e su Valentina (morta nel dicembre 1971). I loro esperimenti che, lungi dal limitarsi agli uomini, si estendevano agli animali e alle piante, sono stati mirabilmente riassunti da uno scienziato russo: «Questo corpo di energia non è solo composto da particelle, non è un sistema caotico. E esso stesso un organismo unificato. Agisce come unità; e, come unità, il corpo energetico produce il suo proprio campo elettro-magnetico e costituisce la base dei campi biologici». E’ difficile dire di più, ma bisognerebbe aggiungere: in questo mondo o nell’altro.

Tratto da “I mondi sottili. L’aldilà e la resurrezione immediata” di Jean Prieur.

http://www.coscienza-universale.com/

PARANORMALE: I MONDI SOTTILI DI JEAN PRIEURultima modifica: 2014-11-19T17:20:44+01:00da subbuteo63
Reposta per primo quest’articolo