L’ANIMA OLOGRAFICA: QUINDI IL KARMA HA ESAURITO LA SUA UTILITÀ

L’Anima Olografica: quindi Il Karma ha esaurito la sua utilità

Gli studi del presente ci dicono ripetutamente che una significativa porzione di persone nel mondo occidentale, ora crede nella reincarnazione. 

Sebbene questo fenomeno sia da imputarsi a vari movimenti esoterici che fiorirono dalla seconda metà del 19° secolo, esso ha acquistato significativamente terreno, negli anni 60, con l’esplosione dell’interesse per quelli che sono gli approcci spirituali dell’Oriente. E tutto questo è stato rinforzato da un proliferare di terapeuti che propongono regressioni in vite passate.

Ora l’ondata sembra ritornare … Per alcuni anni, l’enfasi si è spostata verso l’idea che tutti siamo parte dell’Uno, il Tutto, la Sorgente, l’Assoluto, il Punto Finale, il Grande Spirito o come altro volete chiamare la ‘coscienza universale’. Naturalmente questa non è una nuova idea.

Ma ciò che sta cambiando è soprattutto il fatto che più ricercatori spirituali, improntati sulla mente, tendono verso la visione che tutto al di fuori dell’”Uno”, sia mera “illusione”…

Infatti, di questi tempi, la parola illusione viene usata moltissimo nei cerchi spirituali, sebbene ci si debba riferire a contesti assai diversi, che perciò vale la pena considerare quali siano. Naturalmente i lettori saranno tutti d’accordo sul fatto che il mondo fisico in sé, in un certo senso è una illusione, almeno per quel che concerne il fatto che è supportato da piani non fisici e stati dell’essere a cui la scienza sta indirizzandosi sempre più.

Ma che ne è dell’idea che ci reincarniamo solo perché manchiamo di vedere attraverso la illusione, ma che non appena otteniamo la illuminazione, possiamo “rompere i legami del karma” e “riunirci con la Fonte?” … 
Ancora più radicalmente: perché non considerare l’idea che ogni nozione di individualità è completamente illusoria su tutti i livelli e che non appena moriamo non c’è alcun senso di continuità della consapevolezza dell’anima individuale?

Sia che lo rendano esplicito o meno, queste ultime due idee sono “i modelli della illusione” supportati da una fetta significativa di commentatori spirituali famosi nei tempi moderni: sia che essi siano propositori, per esempio, “del potere dell’adesso” o dell’ “ordine cosmico” , o del “misticismo quantico” . Comunque vedere il mondo in questo modo è totalmente in contrasto con ciò che potremmo chiamare “il modello dell’esperienza”, che sostiene che conduciamo molte vite per poter vedere tutti i lati di ogni medaglia emozionale ed imparare a gestire le sfide manifeste, che la vita la vita su questo pianeta procura.

In altre parole, un modello in cui l’enfasi è sull’anima individuale che cresce grazie alla esperienza nelle molte vite (incarnazioni). Se dovessimo quindi adottare un approccio razionale, piuttosto che affidarci sulla “saggezza rivelata” antica o moderna, è sicuramente accurato considerare quale di questi modelli sia meglio supportato da una analisi logica e da prove disponibili.

Possiamo iniziare con la premessa che deve esistere una sorta di forza ultima o energia che è alla base di tutto l’universo, visibile e non, che è l’Origine o Fonte di tutto ciò che è in lui.

Tuttavia, per quanto ineffabile possa essere, questo principio di coscienza universale è piuttosto una necessità logica ed è sicuramente supportato dalla ricerca scientifica sia a livello quantico che a quello macroscopico.

L’idea che ‘siamo tutti uno’ è anche un elemento comune delle esperienze trascendenti, sia che siano spontanee, meditative, o indotte da allucinogeni. Quindi il nostro prossimo passo deve essere quello di investigare se, allo stesso tempo, ci sia una vera evidenza che supporti l’idea di una coscienza individuale che esiste o sopravvive indipendentemente dal corpo fisico.


L’area più rilevante per la ricerca è quella delle NDE ( near-death experiences: esperienze prossime alla morte).

In particolare ci interessano i casi che coinvolgono soggetti che tornano con una informazione che si basi su fatti e che sia successivamente verificata e tuttavia così oscura che ad essa non hanno potuto attingervi in nessun “modo normale”.

Casi di NDE e reincarnazione

Uno dei casi piu’ affascinanti della storia è avvenuto all’inizio degli anni 70 e riguarda un giovane e dotato scienziato russo di nome George Rodonaia. Il suo lavoro sui trasmettitori chimici del cervello fu preso molto in considerazione dal KGB, al punto che quest’ultimo non era certo pronto a perderlo in favore degli USA, che lo aveva invitato a Yale per continuare la sua ricerca.
Il giorno della sua partenza, mentre era per strada a Tbilisi e attendeva il taxi verso l’aeroporto, venne deliberatamente falciato da una macchina e dichiarato morto all’istante. Il suo corpo rimase per tre giorni in obitorio, ma quando iniziò l’autopsia le sue palpebre si mossero e fu portato d’urgenza in sala operatoria .

Come uomo di scienza George non aveva mai trovato tempo per la religione. Quindi persone a lui vicine, rimasero stupefatte quando, tre giorni dopo il suo lungo ricovero, questi inizio’ a descrivere cosa gli era accaduto mentre era “morto”..

Infatti si era trattato di una esperienza atipica e altamente trascendente, in cui egli affermò di essere stato in grado di viaggiare ovunque volesse e “fuori dal copro”. In particolare fu attratto verso una neonata, appena nata, nell’ospedale attiguo all’obitorio, perché la piccola non smetteva di piangere ed i dottori non erano stati in grado di diagnosticare il problema. Con sua grande sorpresa trovò che era in grado di comunicare con lei telepaticamente ed anche di fare una scansione del suo corpo e di stabilire che il suo bacino era stato rotto, probabilmente alla nascita. Ancor più incredibile è che, non appena George si senti’ abbastanza bene da passare l’informazione, i medici fecero una radiografia alla neonata e trovarono che effettivamente aveva quella frattura.

Ci sono altri casi simili di NDE che coinvolgono informazioni incomprensibili e dati di fatto che stanno insieme così saldamente da indicare che la nostra consapevolezza individuale effettivamente continua ad esistere anche quando il cervello fisico non funziona proprio più. E fin qui ci siamo.

Ma c’è qualche evidenza che sostiene l’idea successiva che le anime individuali hanno molte vite?

Qui incontriamo due aree importanti di ricerca 

La prima riguarda i bambini che hanno spontaneamente memorie di vite passate. Sebbene storicamente molti di questi casi giungano dall’ Asia, una delle più belle riguarda un ragazzino Americano di nome James Leininger di Lafayette, Louisiana. Nato nel 1998, la sua fascinazione per aeroplani-giocattolo, dalla sua primissima età, prese un risvolto sinistro ai suo secondo compleanno di vita, quando iniziarono vividi incubi.

Il suo sonno divenne turbolento, scalciando in aria con le gambe e mormorando: “schianto d’aereo, incendio, il piccolo uomo non può uscire.” La madre Andrea (è un nome femminile in tedesco ndt) non aveva particolari convinzioni religiose ma quando sua madre suggerì che potevano essere ricordi di una vita passata, iniziò ad incoraggiare il piccolo James a parlare di quel che gli accadeva.

Così il bambino cominciò a rivelare incredibili dettagli, come il fatto che anche il pilota dell’aereo si chiamava James; che era stato ucciso dai Giapponesi; che stava volando su un Corsairs; che uno dei suoi copiloti si chiamava Jack Larsen. Misteriosamente citò anche il nome di Natoma.

Il padre del piccolo, Bruce, rimase dubbioso su ogni sorta di spiegazione spirituale, ma sapeva che né lui né un altro membro della loro famiglia avevano un interesse particolare nell’aeronautica o nella guerra. Cosi iniziò a ricercare e presto poté constatare che un velivolo –corriere chiamato USS Natoma Bay aveva stazionato nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale ed aveva preso parte nella nota battaglia per l’isola giapponese di Iwo Jima nei primi mesi del 1945. Ordinò quindi un libro su questo fatto storico e un giorno mentre lo sfogliava, James indicò l’isola di Chichi Jima sulla cartina, esclamando: “Papà, ecco il luogo dove il mio aereo fu colpito e cadde .” Il padre allora contattò la ‘Natoma Bay Association’, che confermò che Jack Lars era stato uno dei piloti e anche che solo un pilota era stato perduto a Chichi Jima: si trattava del 21enne James M. Huston Jr.

Bruce apprese anche che Huston sulla Natoma Bay, aveva volato su dei Wildcats, non dei Corsairs. Ma quando contattò l’anziano sorella di Huston, questa gentilmente gli inviò delle foto, tra e quali anche una, che includeva il fratello che stava orgogliosamente vicino ad un Corsair. Gli archivi militari poi indicarono che il ragazzo era stato originariamente parte di una élite, uno squadrone speciale, che faceva dei voli-test su questi velivoli.

Ma il fattore decisivo riguarda tre bambole ‘GI Joe’. Quando Bruce chiese al figlio perché le chiamasse Leon, Walter e Billie, il bimbo rispose: “perché mi salutarono quando andai in paradiso”. Di nuovo, dagli archivi militari venne la conferma che tre piloti della Natoma Bay, compagni di Huston, erano Leon S. Conner, Ensign Walter J. Devlin e Ensign Billie R. Peeler – e che tutti e tre erano morti prima di Huston in altre missioni. Nemmeno ora sono disponibili informazioni su internet sulla Natoma Bay, se non su libri noti e simili.

Vite passate e regressione ipnotica
La seconda area per la ricerca sulle vite passate è la regressione ipnotica. Con questa dobbiamo prima dare adito al fatto che il cervello umano pare immagazzini un archivio completo di tutto ciò a cui siamo stati esposti, indipendentemente da quanto o per quanto tempo e che sebbene la più parte di queste memorie rimangano inaccessibili alla nostra coscienza ordinaria, ad esse si può attingere in trance.
Così vite passate apparentemente autentiche e dettagliate, che includono persino forti emozioni e strani accenti etc, a volte è stato dimostrato che provengano da fonti perfettamente normali – non ultimo dalla narrativa storica, che è spesso sottovalutata dai ricercatori spirituali. Nonostante questo, rimangono alcuni casi che riguardano informazioni così incomprensibili che solo una spiegazione paranormale sembra appropriata.

Una di queste riguarda una giovane donna, soprannominata Jane Evans, che fu una dei molti soggetti portati in regressione dall’ipnotista gallese Arnall Bloxham. La prima volte che la donna andò da lui fu nei tardi anni 60 e dimostro’ di essere un soggetto molto rispondente alla terapia che, nel corso di un certo numero di sessioni, regredì in sei vite separate dai tempi dei Romani in poi. Questa donna sarebbe poi diventata la protagonista di un documentario del 1976, fatto da un produttore della BBC, inizialmente scettico: Jeffrey Iverson; il documentario venne intitolato così: ‘The Bloxham Tapes’ ( Le registrazioni di Bloxham). La sua vita passata più celebrata fu quella di una ebrea perseguitata nel 12° secolo a York; in una più attenta investigazione, tuttavia, questo caso in qualche modo non è convincente.

Infatti la sua vita più forte, in termini di prova incomprensibile, riguardava Alison, un giovane domestico di un finanziere e mercante francese, Jacques Coeur del 15° secolo.

Alcune delle informazioni storiche a cui giunse Jane in trance fu relativamente incomprensibile e poté essere verificata solo da professionisti storici francesi.

Per esempio, la donna disse che il nomignolo di Charles VII era “gambe di airone”; che suo figlio Louis aveva avvelenato la moglie; che la sua padrona Agnès Sorel aveva due cani domestici vestiti  “di pelliccia bianca con un collari di gioielli”; e che Coeur era ebreo e suo padre era uno orafo. Quel che forse fece più impressione, fu il fatto che lei sapesse che Coeur era un avido collezionista di arte, di dipinti di Jean “Fouquet,” il pittore di corte del re e uno dei debitori di Coeur, di Jan “van Eyck,” il pittore di corte del vicino duca di Burgundy, di “Giotto,” un maestro italiano del secolo precedente e del poco noto “John di Bruges” che (Iverson lo scopri solo con grande difficoltà) era anche noto come John Bondolf ed era un pittore fiammingo di corte per il nonno del re.

Destò ancora più impressione che la donna riportasse che Coeur aveva un “domestico per il corpo” di nome Abdul, che “era vestito in modo diverso dagli altri”. Solo da archivi francesi di corte e del tempo, Iverson fu in grado di confermare che Coeur aveva uno schiavo fisico egiziano.
Per quanto tutto ciò colpisca, il fattore determinante in questo caso è il ricordo di Jane di una “meravigliosa mela d’oro contenente gioielli” che disse fu data a Coeur dal Sultano della Turchia. Tutti i tentativi iniziali di Iverson per verificare l’esistenza di un simile pezzo furono un fiasco fino all’ultima notte che questi passò nella città natale di Coeur, Bourges. Quando l’uomo ritornò al suo hotel, trovò un messaggio di uno storico locale, che gli riportò di aver fatto ricerche negli archivi contemporanei e di aver li trovato “una lista poco chiara” di articoli confiscati dal Tesoro a Jacques Coeur”. In tale lista c’era una “grenade” d’oro : una “pomegranate” (melograno). Naturalmente questa assomiglia molto ad una mela, nella forma e dimensione, e la parola inglese contiene la radice francese pomme.

(…)

Possiamo dire che tutto questo sia il semplice risultato di un soggetto che attinge ad una sorta di memoria universale o persino dalla possessione da parte del defunto? 

Probabilmente la prova più forte del fatto che si tratta proprio di memorie delle vite passate dell’individuo stesso, giunge da soggetti a cui è stata fatta una regressione nel tempo tra le vite, o ‘infra-vite’.

Questo deriva dalla ricerca di un numero di psicologi e di psichiatri pionieri, in tutto il mondo, che si imbatterono nell’ “infra-vita” e in modo indipendente, tra gli anni 70 e 80. I loro resoconti, provenienti dai soggetti interessati, sono estremamente coerenti; l’esperienza può essere scissa in 5 elementi principali:

– transizione e guarigione
– revisione della vita passata
– interazione del gruppo d’anima
– programmazione della vita successiva
– ritorno

Questa prova, che ora è fatta di migliaia di soggetti provenienti da diversi background, suggerisce fortemente che c’è una continuità dell’identità dell’anima individuale lungo le molte vite

L’anima Olografica

Dunque come facciamo combaciare propriamente la prova della sopravvivenza dell’anima individuale e della reincarnazione, con l’idea di una coscienza universale che è alla base di tutto?

Sebbene le fonti spirituali più profonde attraverso le epoche, diano indicazioni della verità, la soluzione più semplice ed anche elegante la possiamo attingere dai recenti decenni, grazie alla scoperta dell’ologramma. Vuol dire che bisogna applicare questo principio non già al cervello, non alla memoria e nemmeno all’universo come tale, ma piuttosto alla stessa coscienza dell’anima:

La coscienza dell’anima è olografica

Siamo sia aspetti individuali della Fonte che totali rappresentazioni olografiche di essa e questo contemporaneamente.
Tuttavia questo non significa che la individualità dell’anima sia in sé una illusione. Il principio dell’ologramma è che la parte contiene il tutto, pur restando completamente distinguibile da esso.
L’altro messaggio che giunge chiaro e forte dalla ricerca della “infra-vita” (tra-le-vite), così come dalle fonti spirituali più profonde, è che il libero arbitrio e la responsabilità personale regnano sovrane.
Questo è ciò che ci permette di comprendere dai nostri errori e di crescere come anime.

Quindi ogni anteprima della vita successiva, vista tra le vite, rappresenta semplicemente le maggiori probabilità e le minori possibilità e non c’è una punizione karmica o predestinazione.

Infatti l’idea del karma in sé presumibilmente ha esaurito la sua utilità, perché è chiaro che le dinamiche sul come le nostre attitudini, intenzioni ed esperienze nutrono i futuri che noi stessi ci creiamo, sia tra le vite che nella vita, sono ben più complesse e non possono essere ridotte a “semplicistiche” leggi.

Per concludere: pare che “non ci siano imperfezioni nel grande piano”

Il mondo fisico non è un abominio creato da angeli caduti. Né il ciclo della reincarnazione è qualcosa da cui si deve fuggire a tutti i costi, sia ottenendo improvvisamente la illuminazione per vedere attraverso la illusione, che imparando a rinunciare a tutti gli attaccamenti per non generare più karma.

Sebbene faremmo bene a tendere ad un livello di distacco emozionale e di equilibrio e meditare regolarmente è assolutamente impagabile per cercare di far avanzare i nostri ‘sé superiori’, la vita deve essere vissuta e bisogna fare esperienza!

Quindi dove finisce il tutto? 
La prova della “infra-vita” di nuovo supportata dalle più profonde fonti spirituali suggerisce che continuiamo a reincarnarci fino a che abbiamo esaurito tutte le possibilità di crescita sul piano fisico. E questo è solo “la fine dell’inizio” del viaggio dell’anima, perché ci sono molte altre opportunità per nuove esperienze in altri regni.

Per quanto concerne l’idea di “riunione con la Fonte”, il concetto dell’Anima Olografica suggerisce in primis che non ci separiamo mai da Essa e che Essa è sempre dentro di noi e noi dentro di Lei.

E che ne è della domanda da un milione di dollari: quale è il senso dell’universo in primis e come l’essere umano si inserisce in tutto “il quadro più grande”?

L’obbiettivo primario della Sorgente, della Fonte, è diversificarsi nei miliardi di aspetti del sé, dell’anima olografica che opera nei vari regni in tutto l’universo, è fare esperienza di tutto ciò che è e può essere.
Quindi come aspetto individualizzato della Fonte che ha scelto di reincarnarsi su questo pianeta, stiamo semplicemente adempiendo ad una piccola parte di quell’obbiettivo, nel momento in cui raggiungiamo un equilibrio di tutte le esperienze disponibili per mezzo di questo “percorso”

PS:
La storia incredibile di James Leininger è documentata nel libro Soul Survivor: The Reincarnation of a World War II Fighter Pilot.
IAN LAWTON è un filosofo spirituale, l’architetto di ‘Rational Spirituality’ ed una delle autorità di spicco sul tema “infra-vite” (interlife). Ulteriori casi di studio si possono trovare nel librettoLittle Book of the Soul (2007), mentre tutta al ricerca relativa a questo articolo si può trovare in The Big Book of the Soul (2008).

Tratto da: www.thelivingspirits.net
By Ian Lawton,
Traduzione di Cristina Bassi

Fonte: www.astronavepegasus.it crepanelmuro.blogspot.it
L’ANIMA OLOGRAFICA: QUINDI IL KARMA HA ESAURITO LA SUA UTILITÀultima modifica: 2016-08-30T20:07:39+02:00da subbuteo63
Reposta per primo quest’articolo