SIAMO APPESI A UN FILO, MA A QUELLO ARGENTEO PERÒ!

Siamo appesi a un FILO, ma a quello ARGENTEO però!

La prima cosa di cui dovrebbe occuparsi l’Essere umano, al di là di qualsiasi altro interesse, riguarda il sapere se la vita rimane davvero circoscritta in un lasso di tempo relativamente breve o se prosegue oltre la “morte” fisica. (Consiglio di documentarsi QUI).
È infatti inspiegabile come, ancor oggi, la gran parte degli uomini, pur essendo consapevole di dover prima o poi morire, non si dedichi seriamente alla ricerca per saperne qualcosa di più. Ma di questo concetto ne ho parlato QUI, riportando uno splendido brano di Blaise Pascal sull’Immortalità dell’Anima.
Essendoci però sempre qualcuno desideroso di approfondire tale argomento, debbo dire che uno degli aspetti più interessanti concerne il “filo argenteo”, una specie di cordone  ombelicale  che  connette  il  corpo fisico  a  quelli  sottili  (cfr. QUI e QUI)e che si spezza al momento del trapasso: in modo netto con una morte improvvisa, e sfilacciandosi  lentamente  in  caso  di  malattia.
Ma quel che molti non sanno è che ne fa menzione persino la Bibbia  nell’Ecclesiasteo Qoèlet, dove al cap. 12: 1 e 6-7, si legge:
“Ma ricordati del tuo Creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi […],
prima che si rompa il cordone d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga   (e la Scintilla divina venga liberata)
e si rompa l’anfora alla fonte  (e decada l’involucro fisico)
e la carrucola cada nel pozzo  (e manchi il sostegno spirituale per evitare l’abisso)
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,  (e il corpo si disgreghi)
e lo Spirito torni a Dio che lo ha dato. […]”
Come si vede non è una “fantasticheria” senza radici, e con tutto quello che sta succedendo intorno a noi, sarebbe meglio concentrare la nostra attenzione su ciò che rimane anche “dopo”, piuttosto che dare importanza a quanto svanisce o si deteriora nel tempo!
Ma a questo discorso, purtroppo, si diventa sensibili solo quando si è toccati dal dolore (cfr. QUI) e, nostro malgrado, costretti a volgere lo sguardo interiormentedomandandoci quale sia il vero senso della vita.
Estelle Roberts, una delle maggiori sensitive e medium del secolo scorso, riferì che quando si trovava al capezzale di suo marito Hugh, al momento del trapasso assistette alla sua uscita dal corpo.
Osservò una nubecola emergere dal retro della testa che modellandosi gradualmente, diventava poco a poco la sua replica fisica, e mentre il suo organismo si spegneva, la controparte eterea acquisiva maggiore vitalità attraverso una “corda” scintillante ed argentea costituita da innumerevoli filamenti intrecciati fra loro.
Una sorta di corrente energetica spiraliforme scorreva attraverso di essi rinvigorendo e delineando sempre più l’aspetto animico del suo caro.
Vide pure che gli stessi, uno dopo l’altro, si spezzavano e si ritraevano come un elastico, fintantoché l’intero “cordone” non si ruppe del tutto e la forma del suo congiunto, che nel frattempo era rimasta sospesa a circa trenta centimetri dal corpofisico, si raddrizzò, proprio come fa un tronco dopo essere caduto in acque profonde, e fluttuò via da un angolo della stanza.
Tale  “cordone” luminescente  è  connesso  alla  ghiandola pineale  (che è la prima a formarsi dopo il concepimento; ved. QUI e QUI) e al plesso solare, in un insieme armonico, portatore continuo di forza vitale dai piani invisibili a quelli umani e viceversa, allorché da questi l’Essere si stacca.
Emblematico inoltre è il caso accaduto a Raymond, il figlio di Sir Oliver Lodge (noto pioniere dello spiritismo moderno di inizio novecento), deceduto combattendo in Francia e contattato tramite la celebre medium Gladys Osborne Leonard, eglidescrisse un interessante episodio con estrema chiarezza, avendovi presenziato.
L’Entità rivelò che il “vestito fisico” non si decompone fino a quando lo Spirito non lo lascia e spiegò quello che vide.
Un uomo avrebbe dovuto essere cremato dopo 2 giorni dalla constatazione di morte(cfr. anche QUI), ma quando i familiari lo vennero a sapere, chiesero l’intervento di un medico-spiritualista accanto alla salma.
Il sensitivo comprese che il defunto non aveva lasciato il suo corpo perché ne era ancora profondamente attratto e quindi, mentre lo convinceva a staccarsene, si avvide che la “corda” continuava ad essere congiunta all’organismo fisico, seppure in modo flebile, perciò dovette attivarsi il più presto possibile per reciderglielo onde evitargli orribili sofferenze.
Quell’anima sentì l’equivalente di una piccola scossa, come se gli avessero amputato un arto, ma doveva essere fatto. Raymond suggerì un periodo di attesa di sette giorni prima della cremazione. “La gente è così imprudente”, disse a suo padre. “Credo che tutti pensino sia giusto farli sparire subito, visto che sono morti”.
La “corda” lucente ha un’estensibilità enorme perché l’Essere può trasferirsi ovunque: non solo da un punto all’altra della Terra ma nell’Universo intero e senza alcuna limitazione se non quella data dall’evoluzione stessa dell’individuo, che gli permetterà di arrivare soltanto là dove il suo pensiero è in grado di giungere e non oltre. (Per approfondimenti sul piano astraleQUI).
Così, mentre solitamente il corpo fisico dorme (perché molti evoluti si staccano da esso anche durante lo stato di veglia), la Scintilla divina, avvolta nei suoi “abiti” sottili, spazia dove vuole inviando costantemente all’organismo, attraverso questo “conduttore magnetico”, l’alimento sostanziale per la vita di tempo.
Il più delle volte non ci si ricorda delle “escursioni” notturne; dei veri e propri viagginei quali si possono visitare in tutta libertà luoghi e paesi per soccorrere qualcuno, incontrare parenti e amici, sia trapassati che dormienti nei loro involucri terreni ma attivi a livello astrale.
Coprendo distanze considerevoli, il “filo argenteo” si assottiglierà sempre piùpotendo diventare dello spessore di un capello, ma non si spezzerà mai, né tanto meno verrà reciso se non a causa del termine stabilito per la durata dell’arco vitale.
E quando arriverà quel momento, ci accorgeremo che il distacco dall’ancoraggio fisico sarà completamente indolore, come se ci trovassimo ancora nel sonno, ma liberi dagli affanni e dalle malattie, dalle costrizioni della materia e da sofferenze di ogni tipo, a patto però che ci trovi preparati e consapevoli della nostra eternità.
La morte non è poi così terribile come la si è sempre dipinta; è una vera e propria nascita sul piano spirituale; è la vita che prosegue in barba allo spauracchio della “fine” paventato da tutti coloro che insistono a rimanere nel buio dell’ignoranza,tanto più colpevole quanto maggiormente dettata dall’indolenza e dall’indugio ad oltranza,  stretti  dalle  spire  soffocanti  della  materia.
L’unico problema non è il trapasso da una dimensione ad un’altra, ma la posizione interiore in cui si trova l’individuo nell’abbandonare il “bozzolo” di materia per librarsi come farfalla e volare libero.
Il continuo e reiterato permanere invischiati nei vizi personali (cfr. QUI e QUI) ed assecondare, spesso senza freni, le tendenze corporali esigenti soddisfazione,portano ad un appesantimento delle molecole costituenti il corpo eterico-astrale e ottundono, offuscandolo, il mentale inferiore, sede dell’intelletto, non permettendo l’ingresso ai più alti livelli dove la vita che ci attende è davvero meravigliosa!
Pubblicato da 
SIAMO APPESI A UN FILO, MA A QUELLO ARGENTEO PERÒ!ultima modifica: 2016-09-28T15:49:02+02:00da subbuteo63
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