La Religione è la Radice di Ogni Male?

a cura di Anticorpi.info

Senza le religioni il mondo sarebbe un posto molto più fraterno, in quanto le religioni hanno causato più violenza e morte di qualsiasi altra piaga sociale esistente. L’ateismo invece non ha mai ucciso nessuno.
Quando si partecipa ad una discussione sui credo religiosi, non è difficile imbattersi in affermazioni di questo genere.

Giorni fa la filarmonica dei media mainstream ha suonato uno spartito arrangiato sulle note di uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology.

Secondo le determinazioni di un gruppo di ricercatori diretti dal dr. Jean Decety, neuroscienziato presso l’Università di Chicago, la religione può incoraggiare le persone ad agire male, in quanto le convincerebbe di aver già fatto qualcosa di ‘buono’ – come pregare – in un altro momento. Al contrario, l’ateismo sembrerebbe produrre maggiore tolleranza e generosità negli individui. Per illustrare questa ‘possibilità’, i ricercatori hanno sottoposto ad alcuni test un campione di 1000 bambini d’età compresa fra i 5 ed i 12 anni.

Ricapitolando, uno studio pro-ateismo basato sul comportamento di bambini sotto i 12 anni che si esprime in termini di ‘possibilità’ e non rileva alcuna certezza, viene proposto massicciamente dal panorama giornalistico main-stream italiano e internazionale. Uhm…

Ciò detto, siamo certi che talune convinzioni che coltiviamo con grande spirito modernista rispecchino la realtà reale e non siano la risultante dell’ennesima campagna persuasiva?

Il materiale proposto di seguito dimostra che spesso le cose non stiano esattamente come siamo stati indotti a credere, e che la radice della brutalità umana forse non sia da ricercarsi specificamente nelle religioni, ma in qualcosa di molto meno circoscritto e definibile che accomuna tristemente, trasversalmente, una grossa fetta del genere umano.

I Dati.
Lo studioso Gregorio Koukl ha recentemente scritto che “l’affermazione secondo cui la religione avrebbe causato la maggior parte delle violenze ed uccisioni della storia, risulta empiricamente falsa.” Nel suo studio Koukl computa il numero di persone uccise negli eventi mondiali che coinvolsero il teismo e confronta il risultato con il numero di persone uccise dai regimi contraddistinti dalla professione dell’ateismo militante di Stato.

Secondo Le Monde nel solo XX secolo i regimi atei comunisti avrebbero ucciso 60 milioni di persone attraverso il genocidio. SecondoIl Libro Nero del Comunismo ed il bestseller The Naked Comunist dell’ex agente FBI e politologo Cleon Skousen, le vittime dei regimi atei del XX secolo sarebbero state oltre 100 milioni.
Dati che tutti noi dovremmo conoscere a memoria, visto il gran dispiego di mezzi e risorse dedicato dai nostri media alla narrazione della ‘grande storia.’

Altre fonti stimano che negli ultimi 100 anni i governi sotto la bandiera del comunismo ateo abbiano causato un numero di vittime che varia a seconda della fonte dai 40.472.000 ai 259.432.000.
Fonti: 1234,

Il termine ‘democidio’ (sterminio del popolo da parte del governo) fu coniato dal professore emerito di scienze politiche presso l’Università delle Hawaii, dr. R.J. Rummel. Il professore ha stimato che tra il 1917 ed il 1987 il comunismo avrebbe causato la morte di oltre 110 milioni di cittadini.

Il ‘900 è stato il secolo ateo perché è stato il secolo marxista, e viceversa. Lo stesso Karl Marx disse: “la religione è l’oppio dei popoli”, ma in Economic and Philosophic Manuscripts del 1844 aggiunse che: “Il comunismo incomincia fin dall’inizio con l’ateismo.”

Le stragi commesse ai tempi della rivoluzione francese ispirarono Karl Marx nella stesura del Manifesto comunista. Durante una corrispondenza epistolare con Frederick Engels ebbe a scrivere quanto segue:

“C’è un solo modo per accorciare, semplificare e concentrare l’agonia della vecchia società e le doglie del sanguinoso parto del nuovo rivoluzionario regno del terrore […] Una volta che saremo al timone saremo costretti a rimettere in scena l’anno 1793. […] Siamo senza pietà e non chiediamo pietà. Quando verrà il nostro tempo non nasconderemo il terrorismo con frasi ipocrite. La vendetta del popolo irromperà con tale ferocia che nemmeno la conoscenza storica dell’anno 1793 ci consente di prevederne l’impatto.”

La ‘vendetta del popolo’ auspicata da Marx, tuttavia, si abbatté ‘paradossalmente’ in larghissima misura sullo stesso popolo. Paradosso che nella sua bipolarità (o ipocrisia) denota una qual certa coerenza, dal momento che anche la rivoluzione francese cui Marx volle ispirarsi, in larga parte sterminò cittadini del popolo e della piccola borghesia invisi all’ideologia rivoluzionaria illuministica, e solo per l’8% colpì le caste aristocratiche nominate dalla Chiesa. Si tratta di una versione di questa storia che abbiamo già appreso a scuola, naturalmente.

La Rivoluzione Francese.
La rivoluzione francese instaurò un regno del terrore anti-cattolico ed anticristiano. Come sappiamo, l’ateismo ebbe un ruolo molto significativo nella filosofia che mosse la rivoluzione francese, basata principalmente su un’ideologia ufficiale che fu definita Culto della Ragione; durante tale regno del terrore tanti religiosi furono perseguitati e messi alla ghigliottina.

Benché il caso più noto di legame tra ateismo e stermini di massa sia rappresentato dai regimi comunisti, la rivoluzione francese e il successivo Regno del Terrore ispirato alle opere di Diderot, Voltaire, Sade e Rousseau, in nome del secolarismo e dell’ateismo militante si rese artefice della persecuzione e sterminio di enormi insiemi di persone. I dati ufficiali affermano che 300.000 francesi furono uccisi durante il regno del terrore di Robespierre. La ghigliottina quindi non si limitò ad abbattersi sulle aristocrazie, colpevoli di ‘voler dare le brioches al popolo affamato.’ I dati ufficiali affermano che 297.000 persone uccise durante quel periodo appartenessero alle classi medio-basse. Sulla somma complessiva dei ‘giustiziati’, solo l’8% apparteneva alle aristocrazie, ed oltre il 30% alla classe contadina.

Koukl formula la sua tesi:

“E’ assolutamente possibile che la religione possa produrre il male, e in generale quando la si guarda più da vicino essa denota un certo male, perché i singoli individui vivono in realtà secondo norme di convenienza che si accordano solo parzialmente ai dettami del Dio che si suppone stiano onorando. Ma il vero dato storico è che il rifiuto totale di Dio e l’istituzionalizzazione dell’ateismo produca livelli incredibili di male. Stiamo parlando di decine di milioni di persone uccise in pochi decenni come conseguenza del ripudio della religione.
(…)
Quando il Cristianesimo fu diffuso a colpi di spada, lo si fece in evidente violazione degli insegnamenti dello stesso Cristianesimo. Ciò ha luogo quando gli individui che affermano di essere religiosi, nei fatti agiscano in contrasto con la loro fede.
Diverse persone mi hanno obiettato che non è un ragionamento valido. (…) La mia risposta è: perché non dovrebbe essere valido? (…) Voglio dire, mi sembra che nessuno abbia da ridire sul Giuramento di Ippocrate – che ancora oggi obbliga i medici a seguire una serie di standard deontologici estremamente rigidi – solo perché diversi medici lo tradiscono.”

Ateismo e Comunismo.

Vladimir Lenin, il dittatore sovietico, affermò che: «Un marxista deve essere un materialista, cioè, un nemico della religione. Ma una dialettica materialista si basa non sulla lotta contro la religione in modo astratto, non sulla base della distanza puramente teorica, non variando la predicazione, ma attraverso un modo concreto, sulla base della lotta di classe, quello che sta avvenendo oggi, ed è educare le masse più e meglio di quanto possa fare ogni altra cosa». Ed ancora, Lenin spiegò: «La base filosofica del marxismo, come Marx ed Engels hanno più volte dichiarato, è il materialismo dialettico – che si è completamente ripreso dalle tradizioni storiche del materialismo del XVIII secolo in Francia e di Feuerbach (prima metà del XIX secolo) in Germania, un materialismo che è assolutamente ateo e positivamente ostile ad ogni religione».

Non solo l’ateismo, ma anche il darwinismo influenzò il pensiero di Marx, Lenin e Stalin. «In queste ultime settimane ho letto un sacco di cose. Tra gli altri, il libro di Darwin Natural Selection. Anche se è sviluppato nel grezzo stile inglese, è il libro che contiene la base della storia naturale per la nostra visione», disse Marx nel 1860.

Sul piano giuridico, la posizione del comunismo nei confronti della religione fu quella riassunta dall’art. 124 della Costituzione sovietica del 1936, secondo cui:

“La libertà di praticare culti religiosi e la libertà di propaganda antireligiosa sono riconosciute a tutti i cittadini” . Religione e antireligione non sono sullo stesso piano. La libertà religiosa è ristretta al culto privato, alla coscienza interiore del singolo e di fatto vanificata. L’antireligione ha invece il diritto di propaganda e l’appoggio dello Stato. L’ateismo deve espandersi occupando lo spazio pubblico, mentre la religione deve estinguersi, anche perché il sistema comunista nega la dimensione privata dell’individuo in nome del primato del pubblico e del collettivo.”

L’Unione Sovietica è stata ufficialmente atea dal 1917 al 1992, fino a quando salì al potere Gorbacev. La persecuzione dei cristiani in Unione Sovietica fu violenta: 28 vescovi e 1200 sacerdoti furono assassinati soltanto da Leon Trotsky. Sotto Lenin e Stalin oltre 50.000 sacerdoti furono assassinati, molti furono torturati, crocifissi e rinchiusi nei lager. (…) «La Russia diventò rossa con il sangue dei martiri», ha detto padre Gleb Yakunin, militante dei diritti umani della Chiesa ortodossa. Secondo fonti della Chiesa russa, fino a cinquanta milioni di credenti ortodossi furono uccisi nel XX secolo a causa della persecuzione atea comunista.

L’ateismo (scientifico) divenne materia di studio obbligatoria nelle università sovietiche, tanto che la poetessa russa Ol’ga Aleksandrovna Sedakova, docente dal 1991 presso la Facoltà di Filologia dell’Università di Mosca e nominata cavaliere della Repubblica francese nel 2005, ha raccontato: «Nessuno dei progetti utopistici del regime, come l’ateismo di stato o l’arte e le scienze manipolate dall’ideologia, riuscì a realizzarsi allo stato puro. Ma pur nella loro parziale attuazione esse generarono fiumi di sangue, degradazione e ignoranza in tutti i campi».
Ne ha parlato anche Andrey Kuraev, laureatosi in Teoria e Storia dell’Ateismo Scientifico, ed oggi cristiano: «Noi, gli studenti, specializzandi in ateismo scientifico, venivamo contattati dal Comitato dei Giovani comunisti di Mosca per condurre una ricerca sociologica sulla religiosità dei giovani. Ci mandavano nelle chiese di Mosca ogni domenica in osservazione, per poi farci compilare dei questionari nei quali indicare il nome del sacerdote, il contenuto del suo sermone (specificando se era indirizzato ai giovani, se citasse la Bibbia e i Padri della Chiesa o anche la stampa e la letteratura contemporanea). Dovevamo indicare anche il numero di parrocchiani e se avevamo identificato dei giovani conosciuti».

Questo solo per quanto riguarda l’Unione Sovietica, ma bisognerebbe affrontare le altre dittature ufficialmente atee. Ancora oggi ne rimangono due: la Cina e la Corea del Nord (considerato lo Stato più persecutore di cristiani nel 2013 dall’agenzia americana Open Doors) dove mentre leggete queste righe i cristiani vengono discriminati nel silenzio imbarazzato degli aggressori occidentali della religione in nome della superiorità morale dell’ateismo.”

Cina e Buddhismo: Altri interpreti, Stesso Spartito.
Solo due anni dopo la proclamazione della Repubblica popolare cinese (1°ottobre 1949), a seguito dell’invasione del territorio tibetano da parte delle truppe di Mao, i delegati tibetani e cinesi firmarono a Pechino l’Accordo dei 17 punti, noto ai cinesi come Trattato di Liberazione pacifica del Tibet, in base al quale il governo di Lhasa riconosceva la sovranità cinese sul proprio territorio a condizione che Pechino non intervenisse nelle questioni concernenti la politica interna tibetana. L’accordo venne tuttavia ben presto disconosciuto da entrambe le parti e la presenza cinese cominciò ad essere sempre più intollerante, specie nei confronti delle pratiche buddhiste. Il 1959 fu un anno drammatico per il Tibet. Il 10 marzo di quell’anno la popolazione di Lhasa, capitale tibetana, si ribellò innanzi all’ennesimo sopruso del governo di Pechino e il risultato fu agghiacciante, con un milione e duecentomila persone che conobbero la morte e il Dalai Lama, massima autorità teocratica tibetana, che fu costretto a rifugiarsi in India, dove tuttora conduce una pacifica lotta per la liberazione della sua terra. Da quel giorno, iniziò l’agonia del popolo tibetano che conduce ai giorni nostri.

Aleksandr Solzhenitsyn.
Al premio Nobel Aleksandr Solzhenitsyn fu chiesto di spiegare le grandi tragedie che lui ed il suo popolo dovettero subire sotto il regime comunista:

“Oltre mezzo secolo fa, quando ero ancora un bambino, ricordo di aver udito un certo numero di anziani offrire la seguente spiegazione per i grandi disastri che colpirono la Russia: Gli uomini hanno dimenticato Dio; ecco perché sta accadendo tutto questo.
Da allora ho trascorso circa 50 anni a studiare la storia della nostra rivoluzione; durante questo lungo periodo ho letto centinaia di libri, raccolto centinaia di testimonianze, e scritto otto volumi nello sforzo di rimuovere le macerie lasciate da quella tragedia. Ma se mi si chiede oggi di formulare nel modo più conciso possibile la causa principale della rivoluzione rovinosa che inghiottì circa 60 milioni di nostri compatrioti, ripeterei proprio ciò che udii dagli anziani, tanti anni fa: ‘Gli uomini dimenticarono Dio; ecco perché accadde ciò che accadde.”

In Conclusione.
Se la radice della brutalità umana risiedesse nella religione, gli stermini ‘scientifici’ commessi durante i regimi ispirati dall’ateismo razionalista non sarebbero dovuti esistere (così come molte situazioni quantomeno ‘ambigue’ che viviamo nel presente). Fanatismo e strumentalizzazione della religione d’altronde hanno causato anch’essi un numero spaventoso di vittime nel corso della storia umana. Al di là dei pregiudizi ‘imboccati’ dalla cultura di massa, e del semplicismo dei capri espiatori, per individuare le reali cause della brutalità umana forse occorrerebbe puntare i riflettori altrove, verso idee scomode che ci costringerebbero a ridiscutere gran parte delle nostre più radicate convinzioni e convenzioni, ed a guardare il mondo da nuove prospettive, ben poco rassicuranti.

Un grazie per il contributo all’amico Maestro di Giustizia.

Fonti
http://www.conservapedia.com/Atheism_and_Mass_Murder
http://www.uccronline.it/2013/08/21/nessuno-e-mai-stato-ucciso-in-nome-dellateismo-davvero/
http://www.str.org/articles/the-real-murderers-atheism-or-christianity#.Vj4W5vkvehd
http://www.museodelcomunismo.it/lo-stato-comunista/le-persecuzioni-del-comunismo-alla-religione
https://giulianolapostata.wordpress.com/2011/12/29/le-origini-storiche-del-genocidio-ed-etnocidio-della-cina-contro-il-tibet/

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